Roma, 6 dic. (askanews) – Il primo atto concreto della nuova Commissione europea è stato, il giorno dopo la sua entrata in funzione il primo dicembre, la presentazione alla stampa del nuovo servizio dei portavoce, guidato dalla portoghese Paula Pinho. La grande novità sta nel numero ridotto dei portavoce veri e propri, quelli che parlano dal podio in sala stampa durante i briefing dell’esecutivo comunitario. Saranno 14 in tutto, ma in realtà solo 11 con specializzazioni tematiche precise, perché due di essi sono i vice della numero uno Paula Pinho, con compiti di coordinamento generale.
Von der Leyen ha portato alle estreme conseguenze una trasformazione “presidenzialista” che era già cominciata nel 2014, con la commissione di Jean-Claude Juncker, per iniziativa del suo capo di gabinetto, il tedesco Martin Selmayr. Fino ad allora, c’era un portavoce per ogni commissario europeo, più alcuni “coordinatori”. Selmayr spezzò il legame che univa ciascun portavoce al “proprio” commissario e al suo gabinetto (e alle direzioni generali di sua competenza), e rese il servizio dipendente direttamente e pressoché unicamente dalla presidenza della Commissione.
Negli ultimi dieci anni, comunque, era rimasto in voga il sistema che assegnava la competenza per un portafoglio (raramente due, ma collegati tra loro) a ogni portavoce. In questo modo, ognuno di loro era, o diventava presto, specializzato nei temi da trattare con la stampa. Con la nuova Commissione, invece, 11 persone si dividono le competenze per i portafogli di 26 commissari, secondo una logica dei “cluster” che riproduce in gran parte le nuove divisioni del lavoro stabilite dall’onnipotente capo di gabinetto di von der Leyen, Bjoern Seibert, tedesco anche lui.
Ad esempio, il portavoce Maciej Berestecki, che si occuperà delle competenze di Raffaele Fitto (Coesione e Riforme), sarà responsabile anche per la comunicazione riguardo ai portafogli dei tre commissari che il vicepresidente esecutivo italiano avrà il compito di coordinare: Pesca, Agricoltura e Trasporti.
Un altro portavoce, Olof Gill si occuperà di Sicurezza economica, Commercio, Dogane, Servizi finanziari, Relazioni interistituzionali. Anna-Kaisa Itkonen risponderà sulle Politiche climatiche, Energia, Politica degli alloggi, Ambiente e Tassazione. Markus Lammert sarà competente per Affari interni, Democrazia, Giustizia, Stato di diritto. E Lea Zuber per la Concorrenza, il Mercato interno e la Strategia industriale.
Sono solo alcuni esempi, che rendono bene l’idea della grande complessità dei compiti per ciascuno di questi portavoce. I quali non potranno più partecipare (come succedeva in passato) alle riunioni dei gabinetti di tutti i commissari responsabili delle competenze loro assegnate. E meno conosceranno in profondità i temi sui quali dovranno rispondere alla stampa (di cui a volte non si sono mai occupati finora), più si atterranno alla “line to take”, fissata nelle dichiarazioni scritte fornite loro dai servizi, e spesso direttamente dal gabinetto di von der Leyen.