Roma, 3 dic. (askanews) – L’Italia continua a perdere terreno per colpa di una cementificazione “dissennata e pericolosa che distrugge l’agricoltura e compromette la tenuta dei territori. Per questo, una legge nazionale contro il consumo di suolo oggi non è più rinviabile”. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in merito ai nuovi dati diffusi dall’Ispra nel rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che segnalano nel 2023 un ulteriore aumento del fenomeno: 20 ettari bruciati ogni 24 ore, sopra la media decennale; un costo da 400 milioni di euro l’anno per la riduzione dell’effetto spugna dei terreni; un totale di 21.578 chilometri quadrati occupati da cemento, asfalto o altre coperture artificiali, dei quali l’88% su suolo utile.
“La situazione è drammatica – ribadisce Fini – La cementificazione selvaggia non fa che rendere il nostro Paese sempre più vulnerabile e non ce lo possiamo permettere. Cia torna a chiedere con urgenza l’approvazione di una legge sul consumo di suolo, da anni ferma in Parlamento tra ‘stop and go’ e continue sollecitazioni”.
“Solo con una normativa chiara ed efficace in materia – continua Fini – si può tutelare una risorsa fondamentale per gli agricoltori e le aree interne, base delle produzioni agricole e fonte di reddito per le comunità rurali, ma anche un patrimonio unico per tutti i cittadini, perché un suolo fertile è l’argine più prezioso contro l’inquinamento e il dissesto idrogeologico”.
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