Roma, 2 dic. (askanews) – Resta il Nord Est il territorio dove è maggiore il valore della Dop Economy, mentre il Centro frena e Sud e Isole proseguono nel trend di crescita che le caratterizza da ormai 5 anni. Dopo due anni consecutivi che hanno visto crescere la Dop economy in diciotto regioni su venti, stavolta il quadro descritto dal XXII Rapporto Ismea-Qualivita sull’impatto territoriale delle filiere del cibo e del vino DOP IGP nel 2023 si presenta più variegato. Frena infatti la crescita di regione simbolo dell’agroalimentare come l’Emilia Romagna, la Toscana, la Puglia e il Piemonte e crescono invece regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo.
Su 107 province italiane 61 hanno valore più alto, il 17% delle con crescite a doppia cifra. Le quattro regioni del Nord-Est nel complesso mostrano risultati stabili (-0,6% sul 2022) e rappresentano il 54% del settore nazionale DOP IGP con un valore che sfiora gli 11 miliardi di euro: a frenare è soprattutto il calo dell’Emilia-Romagna (-2,4%), mentre crescono Friuli Venezia Giulia (+1,4%) e Veneto (+0,4%) che, con 4,85 miliardi di euro , si conferma leader rappresentando quasi un quarto del valore del comparto DOP IGP italiano.
Bene il Nord-Ovest (+1,5%) in cui la Dop economy vale 4,33 miliardi di euro, trainato in particolare dalla Lombardia, che supera per la prima volta i 2,5 miliardi e con il +3,3% registra una crescita per il terzo anno consecutivo; frenano il Piemonte (-1,2%), dopo la forte crescita del 2022, e la Liguria (-2,0%), sale invece la Valle d’Aosta (+3,2%).
L’area Sud e Isole, sempre in crescita negli ultimi 5 anni, ha il risultato migliore in termini assoluti (120 milioni di euro in più del 2022) e relativi (+4,0% su base annua). A trainare è soprattutto la Sardegna (+19,0%), ma registrano ottimi risultati anche Abruzzo (+10,6%), Campania (+2,9%) e Sicilia (+2,2%); frena la Puglia (-7,5%).
Il Centro ha i risultati peggiori con un calo complessivo del -3,9%, condizionato principalmente dalla Toscana (-5,5%), che rappresenta la gran parte del valore economico dell’area. Unica eccezione positiva il Lazio, in crescita (+8,8%).
Fra le prime venti province per valore, i risultati migliori del 2023 in termini assoluti sono quelli di Brescia (+52 mln), Treviso (+33 mln), Vicenza (+31 mln), Cremona (+24 mln) e Udine (+20 mln). In calo soprattutto Modena (-8,6%), Verona (-4,8%), Siena (-4,4%) e Reggio nell’Emilia (-3,4%).
Il Veneto (4,85 mld) e l’Emilia-Romagna (3,87 mld) si confermano prime regioni per valore economico, seguite dalla Lombardia (2,58 mld), che supera per la prima volta i 2,5 miliardi e cresce per il terzo anno consecutivo, e dal Piemonte (1,64 mld). Seguono la Toscana (1,36 mld) e le altre due regioni del Nord-Est: Friuli Venezia Giulia (1,22 mld) e Trentino-Alto Adige (1,02 mld).
L’area Sud e Isole cresce per il quinto anno consecutivo trainata dalla Sardegna (+19,0%) e dalla Campania (+2,9%) Tra le province, si conferma al primo posto Treviso (2,22 mld), seguita da Parma (1,67 mld) e Verona (1,40 mld). Vicine al miliardo di euro anche Cuneo (974 mln) e Brescia (929 mln). Siena (648 mln), in nona posizione, è la prima provincia del Centro mentre Caserta (329 mln ), in 15esima posizione, è la prima del Sud. Fra le prime dieci province per valore del cibo e le prime 10 per valore del vino, sono rappresentate ben 12 regioni italiane.