Auto e industrie energivore, Urso chiede revisioni al Green Deal – askanews.it

Auto e industrie energivore, Urso chiede revisioni al Green Deal

Italia e altri paesi criticano norme su emissioni CO2 e dazi Cbam
Nov 28, 2024

Bruxelles, 28 nov. (askanews) – “Siamo particolarmente soddisfatti dalla larga convergenza delle posizioni espresse dai paesi Ue sul nostro documento, il ‘Non Paper’ sull’automotive, che abbiamo presentato insieme alla Repubblica Ceca e ad altri sei paesi, e che poi di fatto si è trovato al centro dell’azione della Commissione europea, come ha ribadito oggi la vicepresidente esecutiva (uscente, ndr) Margrethe Vestager, riferendosi a quanto ha detto ieri la presidente della Commissione von der Leyen”.

Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, parlando con la stampa al termine del Consiglio Competitività dell’Ue, questo pomeriggio a Bruxelles. Durante il suo discorso di ieri, a Strasburgo, prima del voto di fiducia del Parlamento europeo alla nuova Commissione, von der Leyen ha annunciato che organizzerà e condurrà a breve un “dialogo strategico” con tutti i portatori d’interesse, per affrontare l’attuale crisi del settore automotive.

“Il fatto che di questo dossier, che è così cruciale per il lavoro europeo, si occuperà direttamente lei, ci rassicura che diventerà centrale nell’azione dei primi 100 giorni dell’attività della nuova Commissione”, ha osservato Urso.

“E’ chiaro a tutti – ha sottolineato – che non si può perdere tempo, di fronte alla realtà che incombe: con l’annuncio ogni giorno di progetti che vengono sospesi o annullati sul percorso dell’elettrico, e mi riferisco alle ‘Giga Factory’ nel nostro continente; con l’annuncio di diverse case automobilistiche europee di chiusura di stabilimenti e di licenziamenti di decine di migliaia di operai; e con le conseguenze ancor più drammatiche nella filiera dell’automotive che riguarda anche e soprattutto il nostro paese.

A un giornalista che chiedeva se non sia comunque un rischio non avere il sostegno di Francia e Germania alle proposte del ‘Non Paper’ sull’automotive, Urso ha risposto: “Innanzitutto, abbiamo osservato posizioni più che riflessive, disponibili al confronto sia in Francia, sia nelle posizioni espresse dal governo tedesco”. Peraltro, ha aggiunto, “lo sapevamo, perché mi ero incontrato venerdì con i ministri francesi a Parigi, e lunedì con il vice cancelliere tedesco Robert Habeck”.

Inoltre, ha continuato il ministro, “notiamo come i sistemi industriale di questi paesi, con le confindustrie di Francia e Germania, insieme alla Confindustria italiana, venerdì scorso, nella loro trilaterale a Parigi, hanno approvato un documento unitario conclusivo nel quale si trova esattamente quello che noi chiediamo alle istituzioni europee”. E questo “sia per quanto riguarda il settore delle auto, per rendere sostenibile e raggiungibile l’obiettivo, che confermiamo, sempre più sfidante e ambizioso nel 2035; sia per quanto riguarda le industrie energivore, per cui ci apprestiamo a presentare un altro documento su, cui stiamo lavorando con altri paesi Ue, per rivedere i meccanismi del Cbam (‘Carbon Border Adjustment Mechanism’)”.

Il Cbam introdurrà dei ‘dazi climatici’ all’importazione nell’Ue di energia e altri prodotti delle industrie energivore come cemento, chimica e fertilizzanti, da paesi che non hanno sistemi equivalenti all’Ets, la “borsa” europea dei permessi di emissione.

Questi meccanismi, ha rilevato Urso, ” “così come sono stati definiti, sono chiaramente inadeguati per sostenere la competitività delle industrie energivore europee, a cominciare dalla siderurgia e dalla chimica, che sono fondamentali per l’industria dell’Ue”.

Secondo il ministro, “questa consapevolezza” dei problemi per la competitività dell’economia europea a causa di certi obbloghi imposti dalle norme del Green Deal “si fa largo in Europa: e lo abbiamo notato – ha riferito – nei tanti interventi che hanno fatto riferimento proprio al nostro documento e anche ai documenti successivi” presentati da altri paesi in Consiglio: un documento proposto dai danesi sulla bioeconomia e un documento svedese per accelerare il percorso per la realizzazione in Europa delle batterie elettriche. E si tratta di documenti che “l’Italia sostiene”, ha detto Urso.

A un altro giornalista che chiedeva di precisare quali siano le richieste italiane di modifica del Cbam, il ministro ha risposto: “la nostra proposta complessiva la stiamo discutendo con gli altri paesi, e noi vorremmo proporla insieme a loro; quindi ovviamente noi abbiamo un nostro testo, una nostra proposta, che però, come è accaduto per il ‘non paper’ del settore auto, siamo disponibili a modificare e integrare rispetto alle esigenze degli altri paesi promotori”

“La richiesta principale – ha continuato Urso – è che sia sostenibile questa transizione energetica che riguarda queste industrie particolarmente energivore. E noi chiediamo la revisione di del Cbam, dato che ormai è chiaro a tutti che i suoi meccanismi, così come dovrebbero scattare dal 2026 in poi, non sono tali da rendere adeguata la sostenibilità del sistema siderurgico e degli altri sistemi delle industrie energivore”.

“E chiediamo anche – ha aggiunto – che ci sia un sostegno agli esportatori, per rendere competitivo sui mercati globali il prodotto realizzato in Europa, rispetto ai prodotti realizzati in altri continenti che non rispettano le regole che noi ci siamo dati”.

Inoltre, ha continuato il ministro, “chiediamo eventualmente di valutare anche l’ipotesi di graduare diversamente il meccanismo delle quote di emissione Ets”. Il riferimento è probabilmente al fatto che le industrie energivore dei settori inclusi nel Cbam dovranno, quando il nuovo meccanismo dei dazi climatici sarà in funzione, rinunciare ai permessi di emissione gratuiti che oggi gli sono concessi.

“Le nostre proposte – ha spiegato Urso – in questo momento sono sul tavolo con quelle di altri paesi europei, per trovare una proposta unitaria che tenga conto anche delle altre esigenze. Noi non abbiamo una visione ideologica: abbiamo una visione molto pragmatica, responsabile. Non vogliamo innalzare delle bandierine, vogliamo risolvere i problemi. E per risolvere i problemi bisogna portare a bordo il maggior numero possibile dei paesi, mi auguro in generale della nostra Unione Europea E questo vale anche per il settore delle auto”, ha concluso.