Milano, 25 nov. (askanews) – Con l’obiettivo di creare una rete di sostegno che fornisca un supporto coordinato alle vittime di violenza assistita e per i figli e le figlie delle donne uccise dai loro partner, il Comune di Milano ha siglato il ‘Protocollo d’intesa a favore dei figli di vittime di femminicidio’. Il documento, promosso dalla Prefettura di Milano, è stato sottoscritto dall’Amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé, e dalla Regione Lombardia e il suo Garante per i minori e le fragilità, Città Metropolitana, Tribunale per i Minorenni, Questura, Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Ufficio scolastico territoriale, Ats, casa pediatrica dell’ASST Fatebenefratelli Sacco, Ordine degli avvocati, Ordine degli psicologi della Lombardia, Ordine degli assistenti sociali della Lombardia, Caritas Ambrosiana, Associazione Telefono Donna onlus, Centro Antiviolenza Cerchi d’Acqua, Casa di accoglienza delle donne maltrattate (CADMI), Associazione Olga, Fondazione Stelle di Marisa e Associazione per l’EMDR in Italia.
Partendo dal presupposto che l’impegno contro la violenza domestica deve avvalersi di un approccio multidisciplinare che veda la partecipazione dei diversi target potenzialmente coinvolti – dalle donne ai loro figli, dagli uomini autori di violenza alle categorie particolarmente fragili o in condizioni di svantaggio -, il protocollo mira a favorire una sinergia tra tutti gli attori impegnati in azioni di prevenzione e contrasto, in modo da garantire alle vittime l’accesso alle stesse possibilità di aiuto e supporto: dall’assistenza sanitaria per monitorare l’equilibrio fisico e psicologico dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che subiscono violenza assistita all’orientamento legale, dal supporto formativo all’orientamento al lavoro, dal sostegno economico all’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Per farlo, i firmatari si impegnano a garantire assistenza e protezione alle vittime di violenza assistita e sostegno alle famiglie affidatarie che le accolgono, elaborando buone prassi omogenee e condivise. In particolare, il Comune di Milano si impegna a partecipare, anche attraverso il coordinamento della Rete Antiviolenza cittadina, a percorsi formativi specifici che verranno promossi nell’ambito del protocollo, a orientare le famiglie affidatarie all’accesso alle misure di sostegno previste a livello nazionale e regionale, a organizzare, sempre con l’ausilio del sistema dei centri antiviolenza, laboratori educativi diffusi di prevenzione, iniziative per promuovere lo sviluppo della capacità di chiedere aiuto e percorsi dedicati ad adolescenti per aumentare la consapevolezza sui ruoli e sulla violenza di genere e, infine, ad accogliere i figli e le figlie delle vittime di femminicidio nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali con posti a disposizione. I centri antiviolenza cittadini si impegnano, tra le altre cose, a offrire interventi in emergenza post evento traumatico a favore dei minori coinvolti e percorsi per migliorare il rapporto tra gli orfani e le famiglie affidatarie.
“Nell’ambito delle azioni di contrasto alla violenza di genere – dichiara l’assessore Bertolé – non dobbiamo dimenticare che le vittime molto spesso non sono solo le donne. I dati che provengono dalla Rete antiviolenza cittadina, infatti, ci dicono che il 55% delle persone supportate nel 2023 ha figli, che nel 48% dei casi sono minori e, quasi sempre, hanno assistito agli abusi nei confronti della madre. Una situazione che ha bisogno di ancora più attenzione quando la violenza degenera fino alle estreme conseguenze: ai sopravvissuti deve essere garantito il supporto necessario per affrontare il trauma, la possibilità di ricominciare all’interno di una famiglia affidataria che li aiuti a crescere in un ambiente libero dalla violenza e il sostegno psicologico e materiale per vivere una vita serena. Il protocollo firmato oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ratifica un impegno da parte del Comune e di tutti gli attori coinvolti per andare proprio in questa direzione”.