Roma, 21 nov. (askanews) – Il nuovo impianto di recupero e valorizzazione degli scarti salini del Prosciutto di San Daniele entrerà in funzione con piena operatività a partire da gennaio 2025. Situato a soli 15 chilometri dal distretto produttivo di San Daniele del Friuli, a Trasaghis in provincia di Udine, l’impianto permetterà la gestione e la valorizzazione delle salamoie e del sale esausto, aumentando la sostenibilità del prodotto.
Il Consorzio negli ultimi anni ha realizzato un innovativo progetto di economia circolare per il recupero e la valorizzazione degli scarti salini, ovvero, salamoia e sale esausto derivanti dalla lavorazione del San Daniele DOP. All’inizio del processo produttivo, nella fase detta “della salatura”, ogni coscia viene ricoperta di sale e riposta nelle celle di salagione dove giace per alcuni giorni. Al termine di questa lavorazione, il sale rimosso dai prosciutti e la salamoia che è percolata nelle celle di salagione o si è generata dal lavaggio dei macchinari non sono più utilizzabili, per cui vengono raccolti e smaltiti in impianti autorizzati.
La gestione di questi residui ha recentemente presentato crescenti difficoltà in termini di smaltimento a causa del basso numero di impianti abilitati, della criticità nell’identificazione di nuovi fornitori e nell’incremento dei costi di trasporto e smaltimento. Da qui la scelta di effettuare in proprio, presso uno stabilimento appositamente dedicato, il recupero e la valorizzazione degli scarti salini a livello consortile.
Il recupero e lo smaltimento degli scarti salini sono stati gestiti e coordinati dal Consorzio per conto di tutti i produttori associati fin dal 2009. Attualmente, i rifiuti salini sono avviati in diversi siti di trattamento dislocati in diverse regioni italiane, spesso molto distanti da San Daniele del Friuli.
La nuova struttura apporterà anche una significativa ottimizzazione dei flussi logistici, infatti, gli automezzi per il trasporto del sale da San Daniele del Friuli raggiungeranno l’impianto di Trasaghis percorrendo circa trenta chilometri (tra andata e ritorno). La riduzione dell’impatto ambientale sarà molto significativa, infatti, si registrerà una riduzione di circa l’88% dei chilometri percorsi e, in modo speculare, la diminuzione dei chilogrammi di CO2 emessi pari a circa al 90%. Sempre in un’ottica rivolta alla completa circolarità, l’impianto è stato realizzato completamente ex novo in un’area precedentemente utilizzata da altre attività produttive, quindi senza il consumo di ulteriore suolo.
La salamoia verrà trattata sfruttando specifici processi biologici e fisico-chimici fino a ottenere la totale separazione del sale dalle impurità organiche presenti in essa. L’acqua estratta dalla salamoia verrà fatta evaporare e reimmessa pulita nel ciclo naturale, mentre il sale residuato verrà stoccato allo stato solido. Successivamente il sale verrà vagliato e sottoposto a un lavaggio igienizzante per poi essere finalmente destinato a nuovi e diversi utilizzi: ad esempio, potrà essere impiegato come antigelo per le strade o nella concia delle pelli o destinato ad altri usi industriali, diversi da quelli alimentari.
Per rendere il processo sostenibile anche dal punto di vista energetico e nell’ottica di ottimizzare i consumi, si è installato un motore endotermico in assetto cogenerativo che permetterà di produrre energia per il 97% del fabbisogno elettrico e il 49% di quello termico del nuovo impianto.