La scelta delle specie da piantare è stata guidata dall’obiettivo di mitigare le isole di calore, tenendo presenti le caratteristiche di tali zone (quali spazi disponibili per il singolo albero, coerenza con elementi vegetali già presenti e morie di specie utilizzate in passato), e dalla volontà di diversificarle il più possibile, puntando, spazio permettendo, su quelle in grado di produrre chiome ampie e ombrose, come aceri, querce, ciliegi.
Il ginkgo è una specie considerata “fossile vivente” in quanto l’unica della sua famiglia presente sulla Terra da più di 200 milioni di anni. In autunno le sue inconfondibili foglie a ventaglio assumono una splendida colorazione dorata, tanto che in una giornata buia di fine novembre la sagoma di questi alberi sembra splendere di luce propria. Oltre che per la loro bellezza, i ginkgo sono conosciuti e coltivati da tempo anche per le loro proprietà benefiche, che si devono alla presenza di molecole ad azione antiossidante e vasoprotettrice.
La severa potatura degli anni ‘80 si legge ancora oggi nel particolare profilo di questi due alberi che superano i 30 metri di altezza; negli ultimi tre decenni i due ginkgo, come tutti i grandi alberi dell’Orto, sono monitorati e manutenuti con tecniche in “tree climbing” eseguite da arboricoltori specializzati con metodi e materiali analoghi a quelli dell’alpinismo. Sono tecniche che garantiscono il rispetto della fisiologia delle piante e consentono di esplorare in sicurezza anche le parti apicali delle alberature. LE SEQUOIE DELL’ORTO BOTANICO DI CITTÀ STUDI. L’Orto botanico “Città Studi”, il più giovane della Rete, sta lavorando per implementare l’arboreto delle conifere, nel quale è già stato piantato un esemplare di Sequoia sempervirens proveniente dal vecchio Orto botanico di via Colombo, che è ormai uno degli alberi più alti del quartiere. A breve verrà piantato un grande esemplare di Metasquoia glyptostroboides, che il corrispondente asiatico delle sequoie, pianta che si riteneva estinta ma è stata riscoperta nel 1945 in Cina. Il progetto prevede di piantare anche la terza specie di sequoia, Sequoiadendron giganteum e avere quindi tutte e tre le specie nell’arboreto di Città Studi. È stato possibile acquistare queste piante grazie alla donazione di un cittadino.
Altre iniziative dell’Orto Botanico sono inserite nel Festival “Foreste, i polmoni verdi della Terra” (www.montagnaitalia.com/festival-delle-foreste). LE 12 AIUOLE ARTISTICHE DELL’ORTO BOTANICO GHIRARDI DI TOSCOLANO MADERNO (BS). L’Orto botanico Ghirardi prosegue la sua produzione divulgativa nell’ambito della collana “Quaderni Ghirardi” con l’uscita del compendio Gli Alberi nell’arte, nato grazie alla preziosa collaborazione con il disegnatore Carlo Grimoldi. Il suo tratto in bianco e nero, delicato ma deciso, celebra 12 alberi dipinti da altrettanti famosi artisti del passato, da Van Gogh, Munari e Mondrian fino a Hokusai, Cavandoli e Klimt. A tali artisti sono intitolate le 12 aiuole dell’Orto botanico che ospitano specie officinali provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un “viaggio” botanico e artistico al contempo, un connubio perfetto tra arte, bellezza e mondo vegetale che i visitatori potranno apprezzare con uno sguardo rinnovato e inusuale.
Unico tra le conifere a perdere le foglie durante la stagione invernale, il larice offre in ogni stagione spettacolari spunti di osservazione: in primavera i delicati aghi delle foglie verde chiaro spuntano appena dopo la sorprendente fioritura di un fuxia intenso e durante l’autunno le sue chiome si accendono virando tra le molteplici sfumature dal giallo/verde all’arancione acceso. Ma il larice del Giardino botanico non è solo; a fargli da cornice sono le foreste della “Reit”: il giardino sorge, infatti, alle pendici del Monte Reit, la cresta dolomitica che domina la conca di Bormio. Ai piedi della cresta rocciosa si estendono vasti boschi di larice; da qui il nome “Laréit” ovvero lariceto, nome attribuito anticamente a questa montagna dalla popolazione locale.