Roma, 18 nov. (askanews) – Un paese dove il fenomeno delle mafie viene percepito sempre meno come problema. Una strategia di inabissamento e che ha portato parallelamente alla costruzione di nuove e diverse forme di violenza mafiosa: si spara di meno e quindi è meno percepita, ma non per questo meno grave. Quattro italiani intervistati su 10 ritengono la mafia “meno violenta rispetto al passato”. La stessa quota di quanti la considerano altrettanto violenta. Mentre il 16% la percepisce “più “violenta”. Ben il 54 per cento degli italiani ritengono oggi la mafia connessa o legata con i professionisti e colletti bianchi. E’ quanto emerge dai primi dati del sondaggio di Libera condotto da Demos sulla percezione del fenomeno mafioso dove si evidenzia che si è consolidata l’abitudine a guardare la mafia come un fenomeno “normale”. Un male da cui è difficile, anzi, impossibile “liberarsi”. Con il quale è, dunque, necessario “convivere”. Ma proprio per questo risulta più “inquietante” in quanto è “data per scontata”.
D’altronde quasi i due terzi dei cittadini (per la precisione il 64%) pensano che se ne parli troppo poco. Anche un anno fa questa opinione era condivisa da una quota ampia, tuttavia, più ridotta: il 54%. Cioè, 10 punti di meno. La mafia fa meno notizia, e per questo motivo rischia di venire sottovalutata dai cittadini. Solo il 10% ritiene che l’informazione, al proposito, sia “corretta” e il 6% “approfondita”.
Cambia negli ultimi anni la percezione dei settori dove le mafie sono più attive: metà dei cittadini intervistati, infatti, continua a guardare al traffico di droga e agli appalti pubblici come i settori più “remunerativi” per la presenza mafiosa, mentre resta elevata (ma in calo) la preoccupazione per l’azione della mafia nell’edilizia e, ancor più, negli “eco-reati”, come la gestione e lo smaltimento dei rifiuti (complessivamente per il 20% degli intervistati). Fra gli altri settori “critici”, agli occhi dei cittadini mantengono un “rilievo rilevante”, per quanto non prioritario, gli “investimenti finanziari e immobiliari”.
(SEGUE).(Segue)