Milano, 15 nov. (askanews) – Si è preso una pausa di due anni, e ora DrefGold è tornato sulla scena con “Goblin”, il suo terzo album. Considerato un po’ una mosca bianca nella scena Rap trap, nei suoi brani rischia beat e metriche particolari poco battute dai colleghi.
“Penso che comunque sia a me piacciono certi tipi di beat che magari per molti potrebbero non essere la cosa più mainstream che esiste al giorno d’oggi, però appunto è la mia visione e per me è davvero molto importante riuscire a portarla avanti nella direzione nella quale la voglio portare io e quindi se ciò comporti il fatto che uno possa essere visto anche come una mosca bianca mi fa grande piacere”.
Nelle sue sonorità ipnotiche accompagnate da rime dirette, si sente l’influenza della trap americana, la passione per la musica hip hop di DrefGold nasce fin dall’adolescenza, anche se nel nuovo lavoro emerge la disillusione verso la scena dove tutto gira intorno ai soldi. Da qui anche la sua urgenza espressiva.
“Penso che il fatto che debba rinnovarsi non deve valere per tutti anche se tutti vogliamo comunque sempre dare una versione nuova e rinnovare, rinfrescare quello che c’è, ma come viene fatto in ogni settore. Al di là della musica ogni anno si cerca di seguire quello la novità ma non voglio parlare di trend. Nessuno di noi dorme sulle nuove sonorità, quando c’è da portare avanti una nuova versione, evolverla, è una cosa che viene fatta diciamo molto spontaneamente, non c’è diciamo una ricerca e dire dobbiamo fare. Ci evolviamo tutti in questo processo”.