Milano, 15 nov. (askanews) – L’antibiotico-resistenza è una tra le dieci minacce più gravi alla salute mondiale, un fenomeno silenzioso e in continua crescita che ha un impatto significativo anche nel nostro Paese dove si registrano circa un terzo degli oltre 35mila decessi in Europa. Secondo l’ultimo Rapporto Ocse dedicato a questo tema, entro il 2035, senza adeguati provvedimenti, nei Paesi più colpiti si potrebbe raggiungere fino al 90% di resistenza per alcune specifiche infezioni.
“I batteri naturalmente tendono a resistere agli antibiotici ma c’è anche un fenomeno acquisito dall’esposizione alle terapie antibiotiche, cioè, fondamentalmente, tradotto, i batteri diventano tolleranti agli antibiotici perché li conoscono e quindi sanno come difendersi da questi e chiaramente questo pone un problema significativo, cioè i batteri resistenti agli antibiotici causano infezioni più gravi cioè fondamentalmente causano infezioni più difficili da trattare con una mortalità più alta” spiega il professor Matteo Bassetti, direttore dell’unità di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, aggiungendo che “è evidente che chi è più colpito da queste infezioni sono le persone più fragili. Sono le persone quelle che hanno dei tumori, quelle che hanno delle compromissioni del loro stato immunitario per le quali queste infezioni portano ad avere una mortalità che può essere vicina al 30-40%. Proprio la mortalità è uno dei temi centrali, nel senso che si dice che da qua al 2050 – continua – arriveremo ad avere come prima causa di morte al mondo proprio quella dell’infezione da batteri resistenti, con circa 40 mln di persone che ogni anno moriranno nel mondo per queste infezioni”.
In questo complesso quadro, la storica multinazionale giapponese Shionogi ha annunciato la volontà di puntare sul nostro Paese portando in Italia la produzione la produzione del suo “antibiotico-reserve”, efficace contro i principali patogeni Gram-negativi resistenti. “Gli antibiotici sono il pilastro della medicina moderna, senza di essi tante delle procedure mediche che ormai facciamo regolarmente diventerebbero rischiose: dalle protesi d’anca agli interventi dentistici, ai parti cesari e alla chemioterapia: per esempio le persone che si sottopongono alla chemioterapia sono a rischio di infezione batterica, che è la seconda causa di mortalità” ricorda Simona Falciai, General Manager di Shionogi Italia, evidenziando che “nonostante questa grossa problematica, questo viene definito in inglese un ‘broker market’, un mercato che non funziona, perché per sviluppare un nuovo antibiotico servono dai 10 ai 15 anni, servono dei fortissimi investimenti di centinaia di milioni di euro, con un tasso di fallimento elevato. Questa è l’unica area terapeutica in cui non si recupera neanche il costo di ricerca. Shionogi – prosegue – è orgogliosa di continuare ad investire in quest’area e quindi investiamo il 60% di tutta la nostra ricerca e sviluppo proprio nella ricerca di nuovi anti-infettivi e portare la produzione del principio attivo in Italia è molto importante perché risponde proprio all’esigenza di avere la disponibilità di farmaci essenziali, come anche più volte sottolineato dal ministro della Salute, inoltre porterà il 50% della produzione della domanda mondiale in Italia e questo conferma l’impegno di Shionogi per l’Italia”. “Ritengo però importante – rimarca Falciai – che i governi facciano quell’effort, quello sforzo, per aiutare le aziende in questa ricerca, visto che appunto è molto poco sostenibile e quindi guardiamo con favore alla discussione che c’è stata al G7, con l’impegno del ministro nel dare una particolare priorità all’antibiotico resistenza e al supporto alla ricerca in questo settore”.
Oltre che all’incontro dei ministri della Salute del G7, a presidenza italiana,svoltosi ad ottobre ad Ancona, la sfida urgente della resistenza antimicrobica era stata al centro poco prima anche dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. “Credo che l’operazione che si debba fare è un po’ quella che fu fatta una trentina d’anni fa nei confronti delle malattie oncologiche, cioè si prese coscienza che soltanto affrontandole in maniera globale, il problema dei tumori si potesse in qualche modo, non dico risolvere, ma certamente almeno invertire un trend di un’elevata mortalità” sottolinea il professor Bassetti, concludendo “è quello che il G7 sta tentando di fare e, devo dire, oggi l’Italia può dire di avere una sua strategia, che è quella di finanziare in maniera diversa anche i nuovi antibiotici e la rimborsabilità di nuovi antibiotici”.
Dal 18 al 24 novembre, l’Organizzazione mondiale della sanità organizza ogni anno la Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antimicrobici (World Amr awareness week – Waaw) per aumentare la conoscenza su questo tema e promuovere le migliori pratiche per ridurre l’emergenza e la diffusione di infezioni. Il tema di quest’anno è “Educare. Sostenere. Agire ora”.