Roma, 12 nov. (askanews) – Efficienza energetica e innovazione tecnologica: le parole chiave del Piano di Transizione 5.0. Finanziato con 6,3 miliardi di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha l’obiettivo di sostenere le aziende nella transizione verso la digitalizzazione e la sostenibilità energetica e ambientale, offrendo incentivi fiscali per investimenti effettuati tra il 1 ° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Il Piano 5.0 si integra con il Piano di Transizione 4.0, che continuerà a incentivare l’acquisto di beni e software tecnologicamente avanzati, prevedendo agevolazioni riguardanti l’acquisto di beni strumentali 4.0 per un totale di 3,78 miliardi di euro, investimenti in beni destinati all’autoproduzione e al consumo di energia rinnovabile, escludendo le biomasse, per 1,8 miliardi di euro, e le spese per la formazione dei dipendenti sulle competenze per la transizione ecologica per un valore di 630 milioni di euro.
Tuttavia, la complessità del Piano di Transizione 5.0, soprattutto per quanto riguarda le procedure di accesso agli incentivi, sta suscitando alcune preoccupazioni. Recentemente, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha infatti pubblicato nuove FAQ relative al Piano, fornendo interpretazioni più flessibili della normativa. Gli aggiornamenti mirano a semplificare l’accesso agli incentivi, ampliare le casistiche ammesse e chiarire alcuni dubbi interpretativi.
“La complessità crea un rallentamento nell’adozione del Piano di Transizione 5.0 – afferma Daniele Iudicone esperto di energie rinnovabili e founder di IMC Holding – e genera il rischio di uno spostamento delle aziende verso altre forme di incentivi, come bandi regionali e settoriali che prevedono agevolazioni, anche per il settore del fotovoltaico, dove le procedure di accesso sono più semplici. Di conseguenza il Piano di Transizione 5.0 potrebbe perdere un po’ di appeal proprio a causa della sua complessità. Per poter accedere e, soprattutto, ottenere gli incentivi previsti dal Piano di Transizione 5.0 è necessario conoscere alcuni aspetti fondamentali”.
L’accesso agli incentivi è libero ma vanno rispettate determinate condizioni “Il Piano di Transizione 5.0 è rivolto a tutte le aziende italiane. Sono escluse le imprese in difficoltà finanziarie, quelle che hanno ricevuto sanzioni interdittive e quelle non in regola con le normative sulla sicurezza e i contributi previdenziali. Inoltre, non sono ammesse le attività che violano il principio del DNSH (Do No Significant Harm), che tutela gli obiettivi ambientali”.
Cosa prevede il Piano di Transizione 5.0 “La Misura prevede un credito d’imposta calcolato in base agli investimenti effettuati da parte delle strutture produttive italiane, nel biennio 2024-2025, a condizione che l’investimento comporti una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per l’intera struttura o del 5% per il singolo processo coinvolto”.
La procedura da seguire per accedere agli incentivi La procedura per accedere alle agevolazioni è relativamente semplice, ma comporta diverse incombenze in termini di asseverazioni e attività tecniche necessarie per permettere all’azienda di usufruire del Piano di Transizione 5.0. È fondamentale analizzare la realtà industriale, identificare le sue esigenze energetiche e determinare quale intervento di Industria 4.0 possa generare un risparmio energetico. L’intervento deve essere afferente all’attività e alle necessità dell’azienda. Solo dopo aver definito questi aspetti, si può procedere con l’accesso all’Industria 5.0 e iniziare le attività con il GSE per ottenere le agevolazioni. Nello specifico, per prenotare il credito d’imposta, va inviata una Comunicazione Preventiva, corredata della Certificazione ex-ante, tramite la Piattaforma “Transizione 5.0″ accessibile con SPID nell’Area Clienti del sito del GSE. Le comunicazioni saranno valutate dal GSE in base all’ordine cronologico di presentazione, verificando la correttezza dei dati, la completezza dei documenti e il rispetto del limite di costi ammissibili (50 mln per impresa/anno). Entro 30 giorni dalla conferma del credito prenotato, l’impresa deve inviare una comunicazione sull’acconto del 20% riguardante gli investimenti in beni strumentali 4.0 e impianti di autoproduzione. Al termine del progetto, l’impresa dovrà inviare la Comunicazione di completamento con la Certificazione ex-post”.
L’importanza per le aziende di ricevere un supporto adeguato per l’ottenimento degli incentivi
“Bisogna affidarsi ad un pool di professionisti: dagli esperti in finanza agevolata, con competenze in Transizione 5.0 e nell’individuazione delle attività di Industria 4.0, agli esperti nella realizzazione di impianti fotovoltaici, in grado di garantire installazioni efficienti e vantaggiose dal punto di vista energetico. Attualmente collaboriamo con Cerved, storica azienda italiana specializzata in finanza agevolata, per individuare via via le azioni migliori da poter adottare e ottimizzare così l’uso degli incentivi a beneficio dei nostri clienti. È importante sottolineare che, sebbene gli investimenti siano incentivati, devono assicurare un immediato e significativo miglioramento dell’efficienza energetica”.
Quali interventi rientrano negli incentivi
“La transizione è favorita da interventi di Industria 4.0, che promuovono il risparmio energetico. Immaginiamo un’azienda manifatturiera che sostituisce macchinari ad alto consumo energetico con impianti più efficienti o adotta software in grado di monitorare e ottimizzare i carichi energetici. Ovviamente l’implementazione di impianti fotovoltaici contribuisce a migliorare ulteriormente la sostenibilità energetica dell’azienda. Tant’è che a livello di opinione pubblica e sul mercato, il fotovoltaico è il simbolo dell’Industria 5.0, poiché rappresenta un impegno tangibile verso un futuro più sostenibile e innovativo”.
Possibili criticità per le aziende nell’adozione del Piano Transizione 5.0
“Non si evidenziano reali criticità. Il vantaggio, a mio avviso più importante, è la possibilità di avere l’installazione di un impianto fotovoltaico, anche di grandi dimensioni, con un’agevolazione che può arrivare fino al 69% del credito d’imposta. L’erogazione si avrà già dal mese successivo alla messa in funzione dell’impianto. Quindi, entro il primo anno, è possibile coprire quasi per intero la spesa sostenuta” conclude Daniele Iudicone, Founder di IMC Holding.