Roma, 5 nov. (askanews) – “Lo spettatore dovrebbe essere partecipe come se fosse sul palco, sempre in allerta, come se da un momento all’altro dovesse essere chiamato in causa, deve sentire qualcosa di vivo scivolare dal palco al suo luogo protetto, è un legame erotico, vitale, a tratti inopportuno”. Le parole di Liv Ferracchiati raccontano il suo lavoro drammaturgico davanti al testo di Luigi Pirandello. “Ciascuno a suo modo. O la realtà che quasi non esiste” è il lavoro su cui il giovane e pluripremiato drammaturgo si è messo in gioco su invito di Oltre le parole, collettivo teatrale di Roma. L’opera va in scena in sei regioni fino a dicembre, ed ha una chiara intenzione, nel tempo dei like facili e delle certezze prêt à porter, una intenzione che il teatro può rendere concreta: costringere lo spettatore a spostare il punto di osservazione; guardare la realtà diventa “come guardare le varie sfumature di un prisma”.
Il 10 novembre il lavoro, con tutta la sua potenza, arriva nella capitale e andrà in scena a Castel Sant’Angelo, in linea con la precisa scelta degli organizzatori di spazi scenici “non canonici”. In scena, gli attori di Monolocale Produzioni, diretti da Daniele Coscarella.
Scritto e rappresentato esattamente cento anni fa, “Ciascuno a suo modo” è uno dei testi più significativi della poetica di Pirandello, da lui stesso definito il suo scritto più “ingarbugliato”, tanto che nel tempo è diventata una delle opere meno rappresentate del grande siciliano.
Ferracchiati si lascia ispirare e cerca di districare la matassa, si muove a passi lievi sul testo originario: “Non si tratta di voler riscrivere un classico, io parto da un altro presupposto: la condivisione. Quando un classico instaura con me un dialogo cerco di enuclearne i temi e mescolare alle strutture drammaturgiche dell’autore la mia percezione. È come se un adulto guidasse un bambino nell’esplorazione di sue curiosità”.
Noi, le nostre opinioni e le ragioni degli altri, tutto è in discussione e tutto viene sovvertito. Anche la genesi del testo è di grande interesse, c’è la guerra, un figlio prigioniero, l’incontro di Pirandello con lo psichiatra e padre dello psicodramma Jacob Moreno.
Prima e dopo la pièce teatrale, Castel Sant’Angelo ospiterà due sessioni di lettura, ma di una lettura particolare, che ancora fa incontrare con potenza le ragioni degli altri: chi arriva potrà scegliere un ‘libro vivente’ che racconterà la sua storia, ispirata a episodi locali.
Un itinerario artistico, dunque, dove il teatro svolge il suo ruolo di relazione, di messa a fuoco di desideri, bisogni, paure, e dove la narrazione è rispecchiamento, caduta degli stereotipi, possibilità di pensarsi insieme.
Per Pascal La Delfa, direttore artistico del progetto, “il teatro è collettore di comunità e il progetto nasce dalla necessità e dalla bellezza di ri-portare il teatro in mezzo alle persone: la cultura come strumento di confronto con le parti più profonde di noi”. Questa la cifra stilistica di Oltre le Parole, in oltre vent’anni di teatro, cultura e società.
L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti (domenica 10 novembre, ore 16.30 pièce Ciascuno a suo modo (50 minuti), ore 15.15 e ore 17.45 Librerie viventi), previa prenotazione: segreteria@teatrocivile.it. www.librerieviventi.it, www.teatrocivile.it.