Torino, 4 nov. (askanews) – È la più grande mostra dedicata a Salvo ed è un’occasione per guardare da una prospettiva più ampia un’opera che, sotto un’apparente semplicità, si articola invece in modo profondo e sfaccettato. La Pinacoteca Agnelli di Torino ospita l’esposizione “Arrivare in tempo”, più di 170 opere a partire dalle fotografie dei primi anni Settanta e dalle “Lapidi”, per arrivare ai più noti dipinti, realizzata in collaborazione con l’Archivio Salvo.
“C’era la volontà di raccontare tutto, raccontare questo grandissimo artista – ha detto ad askanews Sarah Cosulich, direttrice della Pinacoteca e co-curatrice della mostra insieme a Lucrezia Calabrò Visconti – ma soprattutto contestualizzarlo e far vedere come la sua pittura era in realtà completamente in continuità e coerente con quello che era stato il suo primo percorso concettuale. Quindi con la fotografia, quando appunto a fine ai anni 60 e primi anni di 70, era ancora molto vicino all’arte povera. Questo suo tuffo nella pittura che poi è durato 40 anni, attraversando queste grandi tematiche della storia dell’arte, seguendo la luce, il colore, in realtà è proprio un percorso che racconta come salvo, sia rimasto un artista concettuale, un pittore concettuale, la sua voglia di guardare ai riferimenti, a tutto ciò che era successo prima, alle fonti letterarie, filosofiche, in qualche modo rielaborarle nella pittura per cercare di arrivare all’essenzialità”.
Un’essenzialità che si manifesta nelle forme, nelle scelte coloristiche, nel taglio dell’inquadratura, oltre che nella postura dell’artista moderno che si confronta con il passato classico e lo rielabora, ma contestualmente racconta il presente con una forza poetica forse inattesa. Il desiderio del museo torinese di approfondire il più possibile il discorso ha portato la mostra a occupare anche il secondo piano della Pinacoteca Agnelli, normalmente non utilizzato dalle esposizioni temporanee, per poi culminare nel confronto diretto con le opere della collezione. “Forse la peculiarità di questa mostra – ha concluso Sarah Cosulich – è che nei cicli tematici che presentiamo abbiamo scelto di arrivare fino alla collezione, quindi in dialogo con questi fantastici capolavori del 700-800-900 che Salvo ha guardato e Salvo conosce meglio di chiunque altro”.
La mostra, inaugurata nelle giornate di Artissima, resta aperta al pubblico fino al 25 maggio 2025.