Roma, 4 nov. (askanews) – La presidente filo-europea della Moldova, Maia Sandu, ha rivendicato la vittoria del ballottaggio per le presidenziali nel suo Paese, considerato dagli esperti come una sorta di referendum tra l’Europa e Russia.
Con il 98% delle schede scrutinate, Sandu ha ottenuto il 55% delle preferenze, assicurandosi un secondo mandato. In un discorso a tarda notte ha promesso di essere presidente per tutti i moldavi. Il suo rivale Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal Partito socialista filorusso, si era apertamente schierato per un rapporto più stretto con Mosca.
Le elezioni si sono svolte sotto pesanti sospetti di interferenze russe. Il consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente ha affermato che c’è stata una “massiccia interferenza” da parte della Russia nel processo elettorale della Moldova, con “un alto potenziale di distorcere l’esito”. La Russia ha negato di essersi intromessa nel voto, che è avvenuto una settimana dopo un’altra elezione chiave nell’Europa orientale, in Georgia, il cui capo dello Stato ha affermato che ha avuto luogo una “operazione speciale russa”.
Stoianoglo, che è stato licenziato come procuratore generale da Sandu, ha comunque sempre negato di essere pro-Cremlino.
L’affluenza al 54% è stata alta, soprattutto tra gli elettori espatriati nei seggi elettorali all’estero. Sandu ha vinto nella capitale Chisinau, ed è stata dominante tra gli elettori all’estero.
Dopo aver superato il suo sfidante, con voce roca ha elogiato i suoi connazionali per aver salvato il Paese e aver dato “una lezione di democrazia, degna di essere scritta nei libri di storia”.