Roma, 31 ott. (askanews) – “Sento forte la responsabilità di proteggere e al contempo far sviluppare il mio territorio: quello dove sono nato, cresciuto, lavoro. E dove, da sempre, è nata, cresciuta e lavora la mia famiglia. Voglio essere voce e braccia del mio territorio, tanto meraviglioso famoso e importante quanto fragile. Il mio impegno è di lavorare pancia a terra ogni giorno al fianco delle comunità delle Cinque Terre per favorire al contempo salvaguardia e sviluppo di questo delicatissimo e unico territorio, ammirato e conosciuto in ogni parte del mondo. L’equilibrio è una sfida delicatissima. Il lavoro è tanto, non mi resta che rimboccarmi le maniche”. Lo ha dichiarato il neo presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, poco dopo aver ricevuto la notifica del decreto di nomina da parte del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin
Biologo marino di 42 anni, sposato e padre di una figlia, Viviani appartiene a una famiglia di pescatori delle Cinque Terre, con pescherecci a La Spezia, dove è nato e si è formato, da anche da lui timonati. Il “primo deputato pescatore” nella storia repubblicana è stato il suo soprannome a Montecitorio nella legislatura da deputato che pure vanta in cv alle spalle, conclusasi nel 2022. Viviani è il quarto presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre che ha raggiunto il quarto di secolo di vita: fu creato 25 anni fa, nel 1999. Succede alla giornalista Rai Donatella Bianchi. Prima di lei, lo hannno presieduto il Comandante della Marina Vittorio Alessandro e l’imprenditore Franco Bonanini che lo inaugurò. Con i suoi 3860 ettari, il Parco Nazionale delle Cinque Terre – che comprende al suo interno la Riserva marina e anche il Parco Letterario Eugenio Montale- è il più piccolo d’Italia e, al contempo il più densamente abitato e il più visitato: oltre 3 miloni di turisti in mediam, nelle ultime due stagioni
“Il nostro – aveva sottolineato in Parlamento la scorsa settimana ottendo il placet all’incarico da parte delle commissioni Ambiente di Camera e Senato- è un Parco atipico. Mentre negli altri Parchi naturali si cerca di evitare che l’uomo interagisca in maniera pesante con il territorio, per il Parco delle Cinque Terre il concetto è al contrario: il Parco deve avere l’uomo che lavora. Il Parco delle Cinque Terre è il Parco dell’uomo; senza l’uomo all’interno del meccanismo non esiste più. Sta all’uomo impegnarsi e lavorare: facendolo bene, spesso faticosamente. Ma bene…”.