Roma, 28 ott. (askanews) – Preoccupazione per le potenziali difficoltà cui potrebbero andare incontro gli agricoltori biologici italiani che sono tra i più virtuosi in Europa, con quasi il 20% della superficie agricola certificata. “Tuttavia, con i nuovi parametri che si prospettano, molte aziende potrebbero trovarsi costrette ad abbandonare la produzione biologica, non per problemi relativi alle loro pratiche, ma per la mancanza di tutele adeguate contro contaminazioni accidentali dai campi vicini”. Così Mario Serpillo, presidente dell’Uci (Unione Coltivatori Italiani), chiede di “semplificare il quadro normativo e di evitare che tali contaminazioni pregiudichino il lavoro di migliaia di aziende virtuose”.
“Oggi, quasi due terzi degli habitat agricoli europei si trovano in uno stato di conservazione critico. L’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi chimici ha minato la salute del suolo e diminuito la resilienza agricola ai fenomeni estremi, come siccità e precipitazioni irregolari. È fondamentale invertire questa rotta”, conclude facendo un appello al governo affinché il biologico sia visto come un’opportunità di sviluppo produttivo sostenibile e non come un settore marginale da penalizzare: “è necessario proteggere e incentivare le pratiche biologiche, non solo per il loro valore economico, ma per il contributo che danno al nostro ambiente e al futuro della nostra agricoltura”.