Città del Vaticano, 26 ott. (askanews) – Il ruolo della donna nella Chiesa ancora non soddisfa e non corrisponde ancora alla loro dignità, così come presentata anche nelle Sacre Scritture. E’ quanto traspare dal Documento finale del Sinodo dei vescovi dove si afferma, tra l’altro: “Questa Assemblea invita a dare piena attuazione a tutte le opportunità già previste dal diritto vigente relativamente al ruolo delle donne, in particolare nei luoghi dove esse restano inattuate. Non ci sono ragioni che impediscano alle donne di assumere ruoli di guida nella Chiesa: non si potrà fermare quello che viene dallo Spirito Santo”. Un capitolo molto dibattuto all’interno dell’Assise e nel Documento stesso che ha ricevuto 97 “no”, nel corso delle votazioni finali, tra i più alti di tutto il documento stesso.
Anche la questione dell’accesso delle donne al ministero diaconale, si ricorda nel Documento finale, “resta aperta. Occorre proseguire il discernimento a riguardo. L’Assemblea – si legge – invita inoltre a prestare maggiore attenzione al linguaggio e alle immagini utilizzate nella predicazione, nell’insegnamento, nella catechesi e nella redazione dei documenti ufficiali della Chiesa, dando maggiore spazio all’apporto di donne sante, teologhe e mistiche”.
Città del Vaticano, 26 ott. (askanews) – “In forza del Battesimo, uomini e donne godono di pari dignità nel Popolo di Dio. – si nota – Eppure, le donne continuano a trovare ostacoli nell’ottenere un riconoscimento più pieno dei loro carismi, della loro vocazione e del loro posto nei diversi ambiti della vita della Chiesa, a scapito del servizio alla comune missione”. Questo mentre,si nota, “le donne costituiscono la maggioranza di coloro che frequentano le chiese e sono spesso le prime testimoni della fede nelle famiglie. Sono attive nella vita delle piccole comunità cristiane e nelle Parrocchie; gestiscono scuole, ospedali e centri di accoglienza; sono a capo di iniziative di riconciliazione e di promozione della dignità umana e della giustizia sociale”.
“Le donne contribuiscono – si aggiunge – alla ricerca teologica e sono presenti in posizioni di responsabilità nelle istituzioni legate alla Chiesa, nelle Curie diocesane e nella Curia Romana. Ci sono donne che svolgono ruoli di autorità o sono a capo di comunità”.