Roma, 24 ott. (askanews) – I soldati nordcoreani che, secondo Seoul, sarebbero stati inviati in Russia per essere addestrati e poi utilizzati nel conflitto ucraino, saranno “mercenari, carne da cannone”. Lo ha affermato il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun, accusando il leader nordcoreano Kim Jong Un di vendere il suo esercito “per una guerra illegale di aggressione”.
Kim ha fatto queste dichiarazioni durante una sessione di controllo parlamentare, un giorno dopo che il Servizio nazionale d’intelligence (INS) ha informato i legislatori di ritenere che circa 3mila soldati nordcoreani siano stati inviati in Russia per sostenere la guerra in corso con l’Ucraina e che altri 10mila siano in attesa di dispiegamento.
“Quando le truppe vengono inviate all’estero, di solito mantengono la catena di comando del loro paese e conducono le attività con orgoglio, indossando la propria uniforme militare, i propri distintivi e la bandiera,” ha dichiarato Kim, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap. “I soldati della Corea del Nord vengono camuffati con un’uniforme russa e agiscono sotto il comando militare russo, senza alcuna autorità operativa”. E ha aggiunto: “Riteniamo che siano semplici mercenari, carne da cannone”. Secondo lui, quindi, “Kim Jong Un ha venduto l’esercito del suo popolo per una guerra illegale di aggressione”.
La settimana scorsa, un’organizzazione affiliata al governo ucraino ha rilasciato un video che mostra soldati asiatici, che parlano con accento nordcoreano, mentre ricevono equipaggiamenti in quello che è stato descritto come un campo di addestramento nell’Estremo Oriente russo.
Ieri anche dagli Stati uniti sono arrivate conferme rispetto al dispiegamento di 3mila soldati nordcoreani in Russia in vista di un eventuale uso nel conflitto ucraino, mentre il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin “non farebbe mai una cosa del genere”.