Washington, 24 ott. (askanews) – Invecchiamento della popolazione, pochi investimenti, andamento insufficiente della produttività. Sono queste i tre fattori che zavorrano la crescita economica dell’Europa e che, se non affrontati, impatteranno sulla crescita a medio termine. Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo rapporto regionale sull’economia del Vecchio Continente – appena presentato a Washington – prevede infatti che la crescita a medio termine dell’Europa rimarrà al di sotto dei livelli previsti prima del COVID-19. Rispetto al periodo pre-pandemia 2000-19, si prevede che la crescita annua del PIL reale dell’Europa nel decennio dal 2019 al 2029 sarà inferiore di circa 0,6 punti percentuali. Durante il periodo di crisi 2019-24, questo divario si è ampliato a 0,7 punti percentuali più lento all’anno e rimane sostanziale nelle previsioni, a 0,5 punti percentuali, per i prossimi cinque anni.
Tutta colpa di una combinazione di cambiamenti strutturali, ostacoli alla crescita e persistenti incertezze manterrà la crescita al di sotto del pieno potenziale dell’Europa.
In tutta Europa – sottolineano gli economisti dell’istituzione di Washington – i principali venti contrari sono i seguenti: 1) Rallentamento della crescita della forza lavoro derivante dall’invecchiamento accelerato della popolazione. L’invecchiamento della popolazione europea limita la crescita, soprattutto nei paesi con una quota maggiore di servizi ad alta intensità di manodopera (ad esempio, Grecia e Italia), ma sta anche rallentando l’offerta di manodopera qualificata necessaria nei settori ad alta crescita produttiva (ad esempio, settori tecnologici, ricerca e sviluppo