Milano, 23 ott. (askanews) – Assobibe esprime forte preoccupazione per la mancata cancellazione, o l’ulteriore rinvio, della cosiddetta Sugar tax nella manovra di bilancio 2025, depositata alla Camera dei deputati. L’entrata in vigore della sugar tax è prevista a luglio 2025. “Nonostante le recenti dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Governo e delle forze di maggioranza sulla decisione di non introdurre nuove tasse nel 2025 – sottolinea Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia – constatiamo che nella manovra non si fa nessun cenno alla cancellazione definitiva o al rinvio della Sugar tax, che riteniamo a tutti gli effetti una nuova tassa. L’imposta andrà a colpire un settore, costituito per il 64% da piccole medie imprese”. L’auspicio è di “un deciso intervento nella discussione in Parlamento da parte dei partiti di maggioranza affinché neutralizzino questa nuova tassa sul made in Italy”.
Secondo Assobibe, a fronte di un gettito fiscale limitato, l’incertezza riguardo l’entrata in vigore della misura impatta già oggi negativamente le imprese del settore e ne penalizza la crescita e la competitività. Inoltre, la sugar tax colpirà i consumatori con effetti inflattivi, metterà a rischio oltre 5.000 posti di lavoro, determinerà un calo degli acquisti di materia prima di oltre 400 milioni di euro, incrementerà la fiscalità del 28% per le aziende con un freno degli investimenti per oltre 46 milioni di euro.
Secondo l’associazione, oltretutto, il provvedimento non avrebbe prodotto risultati positivi nemmeno sul fronte della salute pubblica nei Paesi dove introdotta. “La Sugar tax – conclude Pierini – non rappresenta un incentivo a modificare le abitudini di consumo, costituisce solo una gabella aggiuntiva che imprese e consumatori rischiano di veder applicata; e sottolineiamo anche che è una tassa che colpisce solo le bibite rinfrescanti, anche prive di zucchero, che in Italia hanno un impatto nutrizionale minimo (0,9% in adulti e 0,6% in bambini)”.