Milano, 22 ott. (askanews) – Wellhub, la piattaforma di benessere aziendale che collega i dipendenti ai migliori partner per fitness, consapevolezza, terapia, nutrizione e sonno, ha pubblicato il Report ‘Lo stato dell’arte del wellbeing aziendale 2025’, rivelando nuovi dati sul benessere dei dipendenti, evidenziando i benefici più efficaci e l’impatto del benessere olistico sull’esperienza lavorativa. La ricerca si basa su un sondaggio globale condotto tra maggio e giugno 2024, che ha raccolto dati da oltre 5.000 dipendenti in nove Paesi, Stati Uniti, Regno Unito, Brasile, Argentina, Cile, Spagna, Italia, Germania e Messico.
Dal report globale emerge che l’88% dei dipendenti, in concomitanza con l’aumento dello stress lavorativo, considera che il supporto al benessere sia importante quanto lo stipendio, ma molti ritengono che i datori di lavoro non facciano abbastanza.
Fra i fenomeni più interessanti che balzano all’occhio leggendo il sondaggio c’è il comportamento della Generazione Z che sta dando la massima priorità alla terapia e alla consapevolezza per gestire lo stress lavorativo contrariamente ai baby boomer che sono meno coinvolti in queste pratiche Entrando nello specifico del mercato italiano, quello che colpisce è come l’attenzione verso il wellbeing aziendale continui ad essere particolarmente significativa. Su 550 intervistati, il 72% valuta la possibilità di lasciare il proprio posto di lavoro qualora non ci sia alcuna forma di tutela del proprio benessere. Tutto questo, considerando che nel nostro Paese ben il 49% di dipendenti soffre di stress lavorativo, due punti percentuale in più rispetto alla media globale rilevata dalla ricerca.
Il benessere aziendale è diventato una condizione fondamentale. Lo dimostra il fatto che: il 79% dei dipendenti considera il wellbeing alla stregua dello stipendio l’83% dei lavoratori dichiara di prendere in considerazione per un eventuale impiego futuro solo aziende che pongono un forte accento sul wellbeing aziendale.
Sebbene l’81% dei lavoratori ritenga che il proprio datore di lavoro abbia la responsabilità di contribuire al loro benessere, poco più della metà (52%) è soddisfatta dei programmi di erogati dalla propria azienda. Una percentuale che si può leggere anche alla luce del fatto che solo il 60% dei dipendenti intervistati ritiene che i team HR si preoccupino davvero della loro condizione.
Fra gli altri i dati che meritano particolare attenzione analizzando lo scenario italiano c’è il peso esercitato dalla pressione fiscale come ostacolo al raggiungimento del benessere anche sul luogo di lavoro: il 63%, infatti, afferma che la propria situazione finanziaria impedisce loro di investire nel proprio benessere generale.