Roma, 15 ott. (askanews) – “Sono sinceramente preoccupata dallo scenario” in Libano “nonostante gli sforzi innumerevoli nostri e dei nostri alleati. Le postazioni Unifil sono state colpite dall’esercito israeliano e io penso che questo non si possa considerare accettabile. E’ la posizione che l’Italia ha assunto a tutti i livelli e io stessa ho ribadito a Netanyahu. Pretendiamo che sia garantita la sicurezza dei nostri soldati” e “riteniamo” l’atteggiamento dell’esercito israeliano “ingiustificato e una palese violazione della risoluzione 1701 dell’Onu”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si recherà presto in Libano. Lo ha confermato con un “sì” la stessa premier, a chi alla Camera le chiedeva se abbia in programma un viaggio nel Paese. Meloni si è recata a Montecitorio per consegnare il testo delle sue comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo. “E’ già previsto che io vada in Libano. Anche il ministro Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima facciamo tutto quel che è possibile fare”, ha poi aggiunto la presidente del Consiglio, nella replica in Senato dopo il dibattito seguito
alle sue comunicazioni. Nella replica Meloni ha anche sottolineato la necessità di non isolare Israele: “Il conflitto in Medioriente mi preoccupa molto e credo sia importante ragionare non inseguendo l’istinto ma chiedendosi ogni volta che si fa una scelta quale sia la conseguenza”, “considero l’Italia un’amica di Israele e credo che si debba dire quando non si è d’accordo come fanno gli amici, non sono d’accordo con tutte le scelte di Israele”. “Attenzione però – ha aggiunto Meloni – isolare Israele è l’unico modo per provare a cancellarla, le conseguenze di abbandonarla a
se stessa potrebbero essere non immaginabili” ha concluso Meloni. Nelle sue comunicazioni la premier ha anche ribadito la posizione dell’Italia al fianco di Kiev: “Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all’idea di abbandonare l’Ucraina, all’idea che di fronte alla violazione del diritto internazionale dovremmo chiudere un occhio, banalmente perché sappiamo che quando saltano le regole le crisi si moltiplicano, e tutti ne paghiamo le conseguenze. Così l’invasione dell’Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, contribuendo ad accendere nuovi focolai di crisi o a far detonare quelli mai spenti. Sono convinta che quanto accade in Medio Oriente sia figlio anche di questa destabilizzazione. Voglio condividere con voi la preoccupazione per l’escalation in corso in Libano, perché sono sinceramente preoccupata da come sta evolvendo lo scenario, nonostante gli sforzi innumerevoli, nostri e dei nostri alleati”. “Il Consiglio europeo – ha sottolineato – ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l’obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l’Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere. Giovedì scorso ho ricevuto a Roma il Presidente Zelensky e in quell’occasione ho ribadito ancora una volta che difendere l’Ucraina è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, perché significa tutelare quel sistema internazionale di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni Nazione. L’Italia ha firmato l’accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili. Questo al netto del sostegno che l’Italia continua a dare a 360° gradi. Non ultimo, il contributo per ripristinare la capacità di produzione di energia dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka. Continueremo, inoltre, a lavorare, per attuare l’accordo per il prestito garantito dagli interessi generati dagli asset russi immobilizzati in Europa, importante risultato raggiunto dalla Presidenza italiana del G7. E come ho detto molte volte in passato guardare al futuro dell’Ucraina significa anche immaginare la sua ricostruzione, che va sostenuta insieme alle Istituzioni finanziarie internazionali e al settore privato”, ha concluso.
In generale, per Meloni “l’Europa di domani non può essere uguale a quella di ieri e di oggi, deve cambiare, ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura”, “dobbiamo chiederci quale futuro intendiamo costruire per l’Europa” perchè “la centralità del nostro continente non è scontata”. Ché “il mondo in cui troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito – ha rilanciato Meloni -, non possiamo perdere l’occasione storica che questa nuova legislatura ci offre” ovvero se guardare al futuro o continuare ad “essere un gigante burocratico con molte regole”.
alle sue comunicazioni. Nella replica Meloni ha anche sottolineato la necessità di non isolare Israele: “Il conflitto in Medioriente mi preoccupa molto e credo sia importante ragionare non inseguendo l’istinto ma chiedendosi ogni volta che si fa una scelta quale sia la conseguenza”, “considero l’Italia un’amica di Israele e credo che si debba dire quando non si è d’accordo come fanno gli amici, non sono d’accordo con tutte le scelte di Israele”. “Attenzione però – ha aggiunto Meloni – isolare Israele è l’unico modo per provare a cancellarla, le conseguenze di abbandonarla a
se stessa potrebbero essere non immaginabili” ha concluso Meloni. Nelle sue comunicazioni la premier ha anche ribadito la posizione dell’Italia al fianco di Kiev: “Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all’idea di abbandonare l’Ucraina, all’idea che di fronte alla violazione del diritto internazionale dovremmo chiudere un occhio, banalmente perché sappiamo che quando saltano le regole le crisi si moltiplicano, e tutti ne paghiamo le conseguenze. Così l’invasione dell’Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, contribuendo ad accendere nuovi focolai di crisi o a far detonare quelli mai spenti. Sono convinta che quanto accade in Medio Oriente sia figlio anche di questa destabilizzazione. Voglio condividere con voi la preoccupazione per l’escalation in corso in Libano, perché sono sinceramente preoccupata da come sta evolvendo lo scenario, nonostante gli sforzi innumerevoli, nostri e dei nostri alleati”.