Roma, 14 ott. (askanews) – Medici Senza Frontiere (MSF) è inorridita dall’uccisione di un membro del suo staff, Nasser Hamdi Abdelatif Al Shalfouh, ucciso dalle ferite da schegge che ha riportato alle gambe e al petto l’8 ottobre a Jabalia, a nord di Gaza, dopo che l’area è stata oggetto di attacchi incessanti da parte delle forze israeliane e le persone sono rimaste intrappolate senza poter fuggire. Si legge nella nota di Msf.
Dopo essere stato ferito, Nasser – 31 anni, che ha lavorato come autista per MSF fino all’inizio del conflitto – ha ricevuto le prime cure d’emergenza all’ospedale Al Awda, a Jabalia, nel nord di Gaza, ed è stato poi trasferito all’ospedale Kamal Adwan. Non ha potuto ricevere il livello di assistenza necessario a causa della mancanza di capacità dell’ospedale e del numero eccessivo di pazienti presenti nella struttura ed è morto per le ferite riportate il 10 ottobre all’ospedale Kamal Adwan.
Nasser è il settimo collega di MSF ucciso a Gaza dall’inizio della guerra. Questo spargimento di sangue deve finire. Per oltre un anno, le forze israeliane hanno sistematicamente smantellato il sistema sanitario di Gaza, impedendo l’accesso alle cure salvavita per le persone. Allo stesso tempo, le evacuazioni mediche sono diventate estremamente difficili, soprattutto nel nord che è stato in gran parte tagliato fuori dal resto di Gaza, rendendo ancora più difficile l’accesso alle cure.
MSF condanna fermamente l’uccisione di un membro del suo staff e chiede ancora una volta il rispetto e la protezione dei civili.