Successo per la vacanza estiva outdoor e segnali positivi per l’autunno-inverno – askanews.it

Successo per la vacanza estiva outdoor e segnali positivi per l’autunno-inverno

I risultati dell’Osservatorio del turismo outdoor realizzato da Human Company in collaborazione con Istituto Piepoli
Ott 11, 2024

Roma, 11 ott. (askanews) – Sono stati quasi 7 su 10 (67%), quindi circa 34 milioni, coloro che sono andati in vacanza la scorsa estate, con un pernottamento medio di 8 giorni. Più di una vacanza su 5 è stata outdoor, dato stabile rispetto agli anni passati; a guidare questa scelta la possibilità di vivere in libertà (33%) e di stare a contatto con la natura (24%). In vista dell’autunno e dell’inverno, sono invece 18 milioni gli italiani (quasi 4 su 10) pronti a partire per un periodo di vacanza, con almeno una notte di pernottamento; la quota sale superando 1 italiano su 2 (52%) per chi opterà per le vacanze outdoor. Sono questi i primi dati emersi dall’Osservatorio del turismo outdoor condotto da Human Company, gruppo italiano player di riferimento nel settore dell’hospitality, in collaborazione con Istituto Piepoli.

La vacanza outdoor, informa una nota, non rappresenta più solo un’opzione di viaggio ma si distingue per la qualità della sua offerta, rappresenta un vero e proprio stile di vita ed emerge come una scelta motivata da parte dei viaggiatori, che si dimostrano disposti a investire di più per soggiorni che offrono un contatto diretto con la natura e una forma di ospitalità alternativa rispetto alle soluzioni tradizionali. L’analisi dei dati della ricerca relativi alle vacanze degli italiani dell’estate 2024 permette infatti di sottolineare, innanzitutto, una maggiore capacità di spesa da parte dei vacanzieri outdoor: la spesa media per una vacanza en plein air si è attestata a 2.441 euro, in aumento 520 euro rispetto all’anno passato ma soprattutto molto superiore a quella dedicata ad altre tipologie di strutture ricettive, che si è fermata a 1.690 euro (in crescita di 115 euro rispetto al 2023). In merito ai mesi scelti per le vacanze si può poi osservare una distribuzione più omogenea dei viaggiatori outdoor nel periodo che va da giugno a settembre: mentre in generale, infatti, il turismo si concentra ancora sul mese di agosto (49% di preferenze), i vacanzieri outdoor apprezzano anche i mesi di giugno (26%) e di settembre (14%). Questo dimostra come la formula del turismo all’aria aperta sia vincente in termini di un allungamento della stagione, grazie in particolare ai servizi offerti e alle opportunità diversificate di soggiorno; di conseguenza, permette di armonizzare i flussi turistici e di contribuire a mitigare gli effetti negativi dell’overtourism, riducendo la pressione eccessiva su alcune località sovraffollate e preservando l’ambiente e le risorse del territorio.

In generale, tra chi sceglie di optare per i mesi considerati di “bassa stagione”, determinante è la ricerca di luoghi meno affollati (28% in generale e 23% per outdoor); al secondo posto si posiziona la necessità di trovare prezzi più convenienti rispetto a luglio e agosto (26%) e al terzo le preferenze personali (21%) mentre, per l’outdoor, la volontà di un clima più mite (25%) seguito dai prezzi più convenienti (19%) e la disponibilità di ferie (19%).

Cresce poi la quota di chi ha scelto l’Italia come destinazione per le proprie vacanze, con il 79% di preferenze, rispetto all’estero che si ferma al 16%; vi è poi una parte dei rispondenti (5%) che ha avuto l’opportunità di concedersi più vacanze, riuscendo così ad esplorare sia il territorio nazionale sia destinazioni internazionali.

Resta stabile la divisione tra Italia ed estero per la vacanza en plein air, con oltre 7 vacanzieri outdoor su 10 che hanno optato per un turismo nazionale proprio per l’apprezzamento della destinazione. Più nello specifico, per quel che riguarda la meta scelta, il mare si conferma la preferita sia in generale (59%) che per l’outdoor (53%) ma leggermente in calo rispetto al 2023 a favore della montagna, che si attesta al 19% con una crescita di due punti in generale e, per l’outdoor, al 21% con un aumento del 6%.

Importante considerare come l’attuale situazione economica (tra cui ad esempio l’aumento dei prezzi delle bollette, dei beni di consumo e della benzina) abbia inciso sulle scelte di viaggio del 61% dei rispondenti; impattante anche il timore di eventuali aumenti invernali dei prezzi che ha influito sulle decisioni del 57% delle persone. La propensione ad una maggiore spesa, in particolare per l’outdoor, evidenzia tuttavia come i servizi e le esperienze di qualità offerte da parte delle strutture giochino un ruolo sempre più importante nell’influenzare la scelta dei viaggiatori in merito alle destinazioni e agli alloggi in cui soggiornare.

Infine, per la quota di italiani che non ha potuto fare una vacanza, i motivi economici e quelli di salute, con rispettivamente il 41% e il 36% di preferenze, sono quelli che hanno inciso maggiormente sulla scelta, in linea con gli anni precedenti.

Tra i viaggiatori che hanno in previsione di partire nei prossimi mesi, oltre 1 su 3 (44%) si concentrerà nel periodo di Natale con soggiorni di 4 notti; a seguire vi è il ponte di Ognissanti (34%) con viaggi di 2 giorni. Simili i risultati per l’outdoor, con il 47% di preferenze sul Natale (con un soggiorno di 3 giorni), il 45% per il ponte di Ognissanti e il 41% per l’Immacolata, entrambi con due giorni.

Anche nel caso delle vacanze autunnali-invernali la previsione di spesa per l’outdoor, attestandosi a 2.300 euro, è molto maggiore rispetto a quella per altri tipo di soggiorni, circa 1.300 euro.

Cresce poi la predilezione per un soggiorno in Italia, scelto da 7 italiani su 10, contro il 18% di chi andrà all’estero e il 12% che viaggerà sia nel Belpaese che all’estero. Anche il 68% dei viaggiatori en plein air resterà in Italia rispetto ad un 20% che opterà per un turismo oltre i confini nazionali e il 12% che si alternerà tra Italia ed estero.

Nelle intenzioni degli italiani, a vincere come vacanza ideale è il soggiorno culturale nelle città d’arte, sia in generale (46% di preferenze) che per l’outdoor (30%), seguito dalla montagna (27% e 22%). In generale, in terza posizione si trovano a pari merito la vacanza all’insegna del benessere, del fitness o termale e quella al mare (entrambe 13%) mentre per chi opterà per l’open air alla vacanza di benessere si affianca quella enogastronomica (entrambe con il 16%).

“I risultati positivi emersi dalla ricerca sull’estate appena trascorsa, in particolare relativamente al settore outdoor, sono confermati anche dalla solida crescita registrata dal nostro Gruppo, sia in termini di ricavi che di presenze. Nello specifico, il fatto che la spesa media per la vacanza all’aria aperta risulti il 44% più alta di quella dedicata ad altre forme di ricettività e che, a fronte di soggiorni leggermente più brevi, cresca la predisposizione alla spesa, consolida l’open air come forma di turismo capace di attrarre un pubblico alto-spendente e sottolinea la tendenza dei viaggiatori a prediligere strutture capaci di distinguersi per la qualità della loro offerta. Le prospettive per la stagione autunnale e invernale si rivelano altrettanto promettenti, in particolare per il turismo all’aria aperta, testimoniando il desiderio sempre vivo degli italiani di abbracciare l’esperienza en plein air anche durante i mesi più rigidi. Le nostre strutture aperte tutto l’anno, come i camping in town, si configurano dunque come mete ideali, pronte ad accogliere tutti coloro che sceglieranno questa forma di vacanza a stretto contatto con la natura” afferma Domenico Montano, Direttore Generale di Human Company.

“Il 2024 segna una svolta nel posizionamento dell’open air: per gli italiani la vacanza all’aria aperta è quella per cui si può e si deve spendere qualcosa in più. Perché? Per fare esperienze, escursioni, attività. Ma anche perché sempre più spesso le strutture outdoor sono strutture per turisti esigenti. Notizie incoraggianti anche per il brand Italia: sempre più italiani scelgono di trascorrere qui le vacanze estive, e lo fanno perché preferiscono l’Italia, non per risparmiare qualcosa” dichiara Livio Gigliuto, Presidente di Istituto Piepoli.