Bauli: no acquisizioni ma nuovi prodotti e canali senza disturbare i big – askanews.it

Bauli: no acquisizioni ma nuovi prodotti e canali senza disturbare i big

  “Al centro il lievito madre, così produciamo lo champagne della bakery”
Ott 9, 2024
 

Verona, 9 ott. (askanews) – Nessuna acquisizione in vista ma un impegno tutto focalizzato sulla riorganizzazione del gruppo intorno ai due brand di riferimento, Bauli e Motta, diversificando l’offerta e alzando posizionamento e, di conseguenza, margini, mentre i consumi continuano a rimanere stabili. Michele Bauli, presidente del gruppo dolciario veronese, descrive la rotta pensata per traghettare l’azienda verso il traguardo annunciato del miliardo di fatturato nel 2030 (era di 634 milioni nell’esercizio 2022-23). Un traguardo che ridisegnerà l’offerta dell’azienda, in Italia e all’estero, mantenendo al centro il lievito madre, elemento di “differenziazione” all’interno del mercato del bakery internazionale. “Noi vogliamo arrivare a quel numero”, un miliardo di fatturato “ma come ci arriviamo è la cosa più difficile – ha esordito Michele Bauli – Pensiamo di aggiungere tante altre cose, magari canali nuovi, geografie nuove e anche riposizionando i marchi che abbiamo. Abbiamo fatto un lavoro molto importante su Motta, ci concentreremo su questi due brand, Motta e Bauli, così potremo avere anche una concentrazione del budget pubblicitario”.

Michele Bauli parla a margine dell’anteprima di “1996 – La fabbrica sta bruciando”, un cortometraggio scritto e diretto da Pietro Castellitto che, a 28 anni di distanza, ricorda l’incendio dello stabilimento di Castel D’Azzano, durante il quale il coraggio di alcune donne permise di mettere in salvo il lievito madre che da 100 anni è il fermento dell’azienda veronese. Ora a quel lievito naturale, per ragioni di marketing, è stato dato un nome, Futura, perchè su di esso intendono costruire lo sviluppo dei prossimi anni. “C’è tanto lavoro da fare, tutto basato effettivamente sul lievito madre – ha ammesso il presidente – Tutto parte da lì e vogliamo che quello diventi il nostro punto di differenziazione rispetto ai concorrenti internazionali che per tradizione non ce l’hanno. Il mondo del bakery è molto grande ma il mondo del bakery che utilizza il lievito naturale, che dà un prodotto di livello superiore e fa lo champagne del pane, è molto più limitato perché è complesso e costoso da gestire e siamo rimasti in pochi a farlo”.

Ha parlato di “fase di profondo cambiamento” anche il chief marketing officer, Luca Casaura che in occasione della presentazione del corto ha ricordato “i nuovi progetti e i nuovi piani che la famiglia Bauli ha deciso di intraprendere con coraggio e determinazione”. “La famiglia è pronta a investire – ci ha detto dopo la proiezione veronese – lo ha già fatto con centinaia di migliaia di euro. C’è tanto lavoro da fare e sicuramente spingeremo molto sull’innovazione”. E a domanda se nel futuro di Bauli vede la possibilità di un’apertura del capitale al mercato ha risposto: “Non esiste Bauli senza la famiglia Bauli, non credo proprio”.

In questo disegno generale, che traccia la strada almeno per i prossimi anni, “il marchio Motta avrà un posizionamento più alto mentre Bauli rimane il marchio più grosso nella pancia del mercato ma sempre con un posizionamento medio-alto”, andando a integrare prodotti come Buondì e Girella. Per gli altri marchi del gruppo, come Alemagna, Bistefani, Doria, il futuro è in fase di definizione. “Per ora ci concentriamo su questi due, Motta e Bauli, poi qualcuno continuerà la sua storia come Doria, su altri come Alemagna ci ragioneremo” ha detto.

La leva per crescere, come accennava anche il direttore marketing, è l’innovazione, soprattutto quella di prodotto, che potrà consentire all’azienda di affrancarsi dal segmento esclusivo dei prodotti da ricorrenza, come pandoro e panettone. “Bisogna inventarsi nuovi prodotti in momenti come questo di rallentamento – ha spiegato Michele Bauli – Noi siamo sempre stati su pochi momenti e in pochi canali e perché non provare su altri momenti senza andare a rompere le scatole a chi è più grande di noi?”. E le novità di prodotto, a quanto pare, sono imminenti con il Natale all’orizzonte. Qualcosa è trapelata, come il Panmoro, un pandoro al cioccolato, “disruptive” nel packaging nero rispetto al tradizionale lilla-Bauli. Ma le novità riguarderanno anche altri prodotti e non è escluso che nei prossimi mesi ci sia uno sviluppo anche nel segmento salato, segmento che Bauli presidia col marchio Doria.

Escluse, invece, per ora nuove acquisizioni. “Al momento non abbiamo interesse per acquisizioni, ci stiamo troppo concentrando su questi sviluppi”, ha detto Michele Bauli, mentre una direttrice di crescita importante restano i mercati esteri, dove si genera circa il 20% del fatturato, con i tre poli: “Europa, Nord America e India dove abbiamo una fabbrica e siamo conosciuti: sembra strano – ha ammesso – ma vendiamo croissant in India e li vendiamo molto bene”. E all’estero Bauli punta ad arrivare anche con il format Minuto Bauli, la caffetteria-pasticceria che sforna quotidianamente il “minuto”, un dolce fatto dello stesso impasto del pandoro farcito al momento. “Il minuto Bauli è prodotto bellissimo che ci dà la possibilità di avere un rapporto diretto col consumatore. Vogliamo farlo espandere e lo esporteremo”, replicando il modello anche in aeroporti e stazioni. Attualmente di questi punti vendita ce ne sono 13 di cui uno all’estero, a Vienna, ma fuori dall’Italia presto potrebbero aumentare. “In Italia abbiamo il brand che ci aiuta – ha detto – all’estero abbiamo la qualità mentre il brand è un po’ meno conosciuto ma quando lo assaggiano impazziscono”.

Nessuna anticipazione, invece, su come si è chiuso l’esercizio 2023-2024 mentre mostra cauto ottimismo per l’andamento del Natale: “Io credo che andrà bene perché stiamo facendo tanta innovazione e pubblicità e in un momento che non è dei migliori vogliamo proporre qualcosa di nuovo e far dimenticare questa fase – ha spiegato – I consumi sono stabili veniamo da un momento in cui le materie prime sono andate alle stelle e ora stanno rientrando ma restano sempre a livelli molto alti e questo ha affossato un po’ i consumi ma c’è voglia di qualcosa di buono e diverso e si è disposti a concederselo”.