Milano, 8 ott. (askanews) – Keith Haring, la breakdance, New York negli anni Ottanta e un orologio che avrebbe potuto essere e non è stato, almeno fino a ora. Swatch lancia una nuova collezione, “Break Free”, ispirata al grande street artist simbolo di un’epoca e, a suo modo, di una svolta rivoluzionaria nel mondo dell’arte.
Carlo Giordanetti, membro del Design Committee di Swatch, ci ha raccontato la storia di questi nuovi modelli: “Le due cose – ha spiegato ad askanews – nascono da un’idea che è legata alla forma dell’orologio, il famoso What If. Che cosa sarebbe successo se? In questo caso che cosa sarebbe successo se nel 1984 quando Swatch ha chiesto a Keith Haring di disegnare il manifesto per il primo campionato mondiale di breakdance, che è una roba che non esisteva, mentre oggi la breakdance è entrata tra le discipline olimpiche, cosa sarebbe successo se invece di avere un orologio rotondo Swatch avesse avuto un orologio quadrato”.
La figura di Haring, la sua arte, ma anche la sua persona, sono particolarmente significativi per Swatch, oggi, come all’inizio dell’avventura del brand. “Io credo che la parola che di più possa definire Keith Haring – ha aggiunto il CEO dello Swatch Art Peace Hotel di Shanghai – sono in realtà due parole: una è pioniere e una è passionale. Pioniere perché ha elevato la forma del graffito a una forma d’arte, forse è stato il primo che ha fatto questa cosa con uno spirito chiaramente ribelle, in questo caso molto vicino a Swatch e poi passionale perché Keith Haring ha vissuto una vita purtroppo molto breve, ma fatta veramente di grandi passioni”.
E la collezione, che si arricchirà anche di un modello rotondo in perfetto stile Keith Haring, è anche un modo per Swatch di ripensare alla propria storia. “La storia del progetto è la storia di rendere omaggio a un momento, chiamiamolo storico, ma comunque dal punto di vista emozionale molto molto forte, della storia di Swatch”.
E concludendo, abbiamo chiesto a Giordanetti, anche nel suo ruolo di manager di una grande impresa globale, a cosa serve oggi la lezione di Haring? “Ad abbattere un sacco di barriere e a proclamare una voglia di libertà”, ci ha risposto.