“Si parla sempre del potenziale geotermico dell’Italia e dell’apporto che questa fonte di energia rinnovabile offerta dal sottosuolo, potrebbe generare nel nostro paese in termini energetici”, ha detto Diego Righini nel corso del suo intervento, “Voglio ricordare che la disciplina attuale in materia di concessioni delle coltivazioni geotermiche fu voluta nel 2010 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con il sottosegretario Stefano Saglia e l’avvocato Antonio Scino, che possiamo considerare tra i padri fondatori. Dal 2010 a oggi c’è stata una grande difficoltà istituzionale. Si è pensato di affrontare la geotermia come una materia semplice, ma far approvare i progetti non è affatto facile. Per alcuni anni la Geotermia si era fermata in Toscana. Poi si è cercato di allargarci in Umbria, e spero che si arrivi in Lazio, in Campania e soprattutto in Sicilia, dove la geotermia sarebbe una cosa semplicissima. Ottimo è stato il lavoro fatto dall’ex Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha messo a terra il decreto posa sonde geotermiche, anche se non mettere il limite a 1 megawatt è stato un errore della burocrazia a danno del lavoro della politica. Ho molto apprezzato l’intervento del Ministro Gilberto Pichetto Fratin per dare la continuità all’Enel nelle concessioni geotermiche della Regione Toscana, che è centrale e rimane uno dei player nazionali e che secondo il punto di vista può vivere una seconda giovinezza partendo dalla Toscana e poi in tutto il territorio nazionale. E’ incomprensibile questa idea di rimanere schiacciati sul consumo del gas per riscaldare gli edifici e il resto del fabbisogno. Stiamo rovinando il futuro delle nuove generazioni”.
Secondo Righini resta centrale il progetto dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV “per 10 nuovi giacimenti geotermici in Italia con potenziali 16.000 GWh di energia elettrica a basso costo, fermo presso il Ministero dell’ambiente e sicurezza energetica dal quale attendiamo l’inserimento nel RePowerUE”.