Roma, 7 ott. (askanews) – La manovra per il 2025, come delineata dal Piano strutturale di bilancio, potrebbe “rendere più arduo conseguire l’obiettivo del Governo di riportare nel 2026 l’indebitamento netto al di sotto del 3 per cento del pil”. Lo rileva il Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari, nell’audizione sul Psb nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato.
“Il programma delineato nel Psb – spiega – non è esente da rischi. In primo luogo, per finanziare parte della nuova manovra il Piano sfrutta il margine determinato dalle maggiori entrate ora attese per il 2024, con l’assunzione implicita che esse siano interamente permanenti. Inoltre, come evidenziato dal Governo stesso – aggiunge Altimari – sarebbe sufficiente uno scenario macroeconomico lievemente meno favorevole (ad esempio un aumento imprevisto di 100 punti base dei rendimenti sui titoli di Stato di nuova emissione) per rendere più arduo conseguire l’obiettivo del Governo di riportare nel 2026 l’indebitamento netto al di sotto del 3 per cento del Pil”.
Secondo la Banca d’Italia, lo scenario programmatico disegnato dal Piano Strutturale di Bilancio “si colloca all’interno del ventaglio di proiezioni dei principali previsori, ma risulta più favorevole delle nostre più recenti valutazioni, che segnalano possibili rischi al ribasso”.
In particolare, vi è la possibilità, ha riferito Altimari, che “la ripresa degli scambi internazionali sia più contenuta di quanto atteso” e che “la dinamica degli investimenti si indebolisca” per gli effetti “dell’irrigidimento delle condizioni finanziarie” e “del ridimensionamento dei generosissimi incentivi alla riqualificazione delle abitazioni concessi negli anni scorsi”.
“La capacità della nostra economia di contrastare l’eventuale materializzarsi di questi e altri rischi – ha concluso – dipenderà anche dalla attuazione piena ed efficace degli investimenti e delle riforme del Pnrr”.