Pontida (Bg), 5 ott. (askanews) – Matteo Salvini stempera subito i toni, gli insulti ad Antonio Tajani da parte dei giovani leghisti “sono i cori di 4 scemi”. Ma il tema dell’immigrazione divide eccome il centrodestra, con la proposta di Forza Italia sulla cittadinanza che – seppure da “amico” e “alleato” – il segretario leghista liquida senza appello: “La cittadinanza va bene così com’è. Semmai va tolta a chi commette reati, non allargata”.
Perchè sul contrasto all’immigrazione clandestina il segretario leghista giocherà tutta la manifestazione di Pontida in programma domani, con l’obiettivo di porsi come “campione” della destra europea, sfruttando anche l’eco del processo di Palermo: “Defending borders is not a crime”, si legge in inglese sul palco che domani ospiterà Viktor Orban e Geert Wilders, gli austriaci di Fpo e i portoghesi di Chenga, oltre ai videomessaggi di Le Pen e Bolsonaro. “Una nuova Lega Santa internazionale”, la battezza Salvini, rievocando la battaglia di Lepanto del 1571 contro l’Impero Ottomano: “Purtroppo siamo ancora a quel punto”, con “l’estremismo islamico” che vuole “invadere l’occidente”.
E allora i cori insultanti dei giovani leghisti restituiscono comunque il sentimento dominante a Pontida: non un fatto estemporaneo, perchè ripetuti per venti minuti e perchè i giovani leghisti hanno anche avuto il tempo di ragionare e preparare lo striscione con cui si sono presentati a Pontida: “Ius Scholae in vista? Tajani scafista”. Certo, Salvini prende le distanze dagli insulti, il segretario dei giovani leghisti Toccalini diffonde – dopo un’ora – una nota con cui preannuncia provvedimenti disciplinari. Ma nessuno ha frenato l'”entusiasmo” dei giovani quando si è manifestato. Dal palco però arriva la reprimenda del segretario: “Non stiamo giocando, gli attacchi alla maggioranza lasciamoli alla Schlein”, perchè il governo “arriverà a fine legislatura”.
Niente insulti, predica dunque Salvini, ma domani i toni sull’immigrazione si preannunciano durissimi, anche se con attenzione perchè “i giornalisti aspettano solo una parola sbagliata”, avverte il segretario prendendosela con chi definisce fascista o estremista i suoi alleati. E poi il processo Open Arms, per cui si attende la sentenza di primo grado: “Sarò a Palermo il 18 ottobre: se mi assolvono ci troveremo con migliaia di ragazzi a festeggiare, se mi condannano ci troviamo con migliaia di ragazzi a festeggiare lo stesso, perchè possono arrestare una persona, non un popolo in cammino che vuole la propria libertà”.