Roma, 5 ott. (askanews) – (Di Simone Navarra) Lancio di fumogeni ad altezza d`uomo, petardi e lacrimogeni, bombe carta. Cariche della Polizia per fermare i disordini. È finita come nessuno voleva, a Roma, la manifestazione “in forma statica” a favore della Palestina, che si è tenuta in piazzale Ostiense. I problemi sono sorti perché i quasi seimila che hanno sfidato nel pomeriggio una pioggia battente, lo sciopero dei trasporti e il divieto al corteo, volevano sfilare “verso il centro” e la risposta è stata che non si poteva fare. “Già questo è tanto”, la risposta.
Da quel momento la trattativa è andata avanti dalle prime ore del pomeriggio fino a metà giornata. A quel punto la massa umida, piena di bandiere e in ordine sparso alle spalle di un piccolo furgone con altoparlanti, ha cominciato a ruotare con a destra i giardini antistanti la stazione per il Lido di Ostia e poi, tutti dietro allo striscione, è stato tentato di forzare il blocco. A quel punto si sono registrati i primi momenti di tensione. Con qualche coro e degli spintoni contro giornalisti e cameraman.
Su viale Ostiense, a meno di 50 metri dalla Piramide Cestia, si aprono gli scontri. C`è un avanti ed indietro che innervosisce. La massa informe prova a passare, ma non riesce a vincere contro lo schieramento di blindati e agenti in assetto anti sommossa. La testa del corteo si apre, gli striscioni si spostano e arrivano da dietro giovani a volto coperto. Esplodono alcune bombe carta. Il fragore dei petardi ed il suono degli elicotteri fa sembrare Roma irreale.
Alcune ragazze e degli adolescenti sono quasi travolti. C`è chi scappa di lato. Il fumo si diffonde a nuvole fitte, complice forse l`aria umida della pioggia. Molti sono quelli che vengono come investiti dalla nube. Così succede a diversi cronisti che stavano chi in mezzo agli schieramenti contrapposti, chi di lato, per capire cosa stesse succedendo. Esplodono dei lacrimogeni e il sapore acre che prende alla gola fa piangere, sparpaglia la folla, convince tanti a cercare riparo dietro i mezzi di polizia e carabinieri, verso l`Aventino o Testaccio.
A quel punto la manifestazione è pressoché finita. Tanti alla spicciolata lasciano l`area. I dati spiegano che bisognava far di tutto per evitare. Anche se per i numeri definitivi bisognerà aspettare ancora il rapporto conclusivo, dalla Questura si informa che 30 addetti all`ordine pubblico sono rimasti feriti e quattro persone sono state accompagnate in questura, due delle quali denunciate a piede libero.
L`esame dei video e gli accertamenti che saranno sviluppati nelle prossime ore verificheranno la presenza o meno di infiltrati, cani sciolti. Il ruolo di alcuni centri sociali del nord Italia così come di alcune sigle della galassia antagonista sarà controllato. La certezza è che oggi, nella Capitale, si è avuto un antipasto dell`autunno. Lo striscione “Palestina e Libano uniti: fermiamo il genocidio con la resistenza” viene arrotolato. Tutti sanno che tornerà presto in piazza.