Il Piano – infatti – sottolinea come: “tale disciplina non costituisce un ostacolo all’accesso al mercato, bensì una garanzia per il mantenimento di standard qualitativi elevati e una retribuzione adeguata per i professionisti autonomi anche nei rapporti contrattuali in cui il committente si trova in posizione dominante”. «Siamo molto soddisfatti nel constatare che il Piano, preposto ad individuare le riforme e gli investimenti per rispondere ai problemi strutturali del Paese, in ottica di sostenibilità delle finanze pubbliche, confermi l’importanza dell’Equo compenso smentendo le teorie infondate di una sua presunta insostenibilità economica per le Pubbliche Amministrazioni» continua De Maio.
«La previsione del Piano non fa altro che confermare una volontà chiara, espressa in modo trasversale da parte della Politica con l’approvazione della Legge 49/23, coerente e coordinata con l’attuale Codice dei Contratti. Nessun rischio dunque di tenuta dei conti pubblici, dal momento che i costi a carico della PA andranno definiti a monte e non dipendono dall’applicazione o meno dell’equo compenso» conclude il Presidente di Fondazione Inarcassa.