Parma, 3 ott. (askanews) – Lo chiamano il “soft power” del cibo, la capacità di raccogliere attorno a una tavola persone che non hanno le stesse opinioni, che provengono da Paesi distanti e con culture differenti. La pasta, in questo senso, è l’ambasciatrice unica nel mondo, mette d’accordo la Cina e la Francia, la Svezia e l’India, gli Stati Uniti e il Sud Africa. Lo dicono gli chef arrivati a Parma da tutto il mondo alla scoperta dell’identità gastronomica italiana. Non cuochi stellati o titolari di ristoranti famosi, ma gli chef dei Capi di Stato mondiali.
Per esempio Cristeta Comerford, Executive Chef della Casa Bianca: “La pasta è un piatto meraviglioso e la cucino tantissime volte, non solo per me e la mia famiglia, ma anche al lavoro, perché è un piatto universale che puoi abbinare con tanti tipi diversi di salse. È una cosa così versatile che non ti stancherai mai di cucinare e di mangiare”.
Una ventina i membri del Club des Chefs des Chefs che hanno incontrato il presidente Sergio Mattarella al Quirinale prima di raggiungere la città emiliana, ospiti di Barilla. Il primo negozio aperto da Pietro Barilla nel 1877 ora è diventato il più grande stabilimento di pasta nel mondo. La trasferta è l’occasione per scoprire il lungo processo evolutivo della cucina italiana: la pasta è sempre compagna di viaggio, dal Medioevo alla rivoluzione industriale, dall’emigrazione massiccia degli italiani negli Usa fino alle contaminazioni e all’ingresso ufficiale nell’Alta Cucina, con sperimentazioni di nuovi frumenti, attenzione alla sostenibilità e la ricerca di nuove forme.
Sempre Cristeta Comerford, Executive Chef della Casa Bianca: “Il cibo unisce davvero le persone. Seduti a tavola l’atmosfera migliora e migliora anche la conversazione, qualunque siano le differenze”.
Bocche cucite tra gli chef: il menu giornaliero di Mattarella e Joe Biden è top secret.
Dice Fabrizio Boca, Executive Chef della Presidenza della Repubblica italiana: “La pasta è al primo posto. Non abbiamo altre alternative. Noi promuoviamo il Made in Italy, quindi per noi, quella che è la cultura e la tradizione italiana, è al primo posto. E la pasta è sempre, sempre proposta, in ogni menù”.
Il viaggio degli chef degli uomini più potenti al mondo prosegue in Accademia Barilla che ospita 18 stazioni di cucina, spazi multifunzionali e una biblioteca con oltre 15mila volumi, il più antico risale al sedicesimo secolo.