Bergamo, 2 ott. (askanews) – Cultura, territorio, imprese, ambiente, tecnologia e sviluppo sociale. Sono stati questi i temi affrontati nella due giorni del festival Public Square, organizzato a Bergamo da Square Studio e che ha visto diversi momenti e diverse attività. L’evento di apertura è stata una tavola rotonda con professionisti del settore culturale, che hanno indagato, da molteplici punti di vista, la relazione tra le professioni, lo spazio publico e l’economia, partendo dai dati del rapporto “Io Sono Cultura 2024” della Fondazione Symbola e di Unioncamere.
“Quello che noi cerchiamo di fare attraverso dei numeri e tantissime storie – ha spiegato ad askanews Domenico Sturabotti, direttore Fondazione Symbola – è evidenziare il ruolo importante che la cultura svolge come enzima, come lievito, per far crescere il mondo produttivo, non solo culturale e creativo. Ecco, questi aspetti sono spesso, diciamo, un patrimonio comune, per cui spesso anche nelle politiche, questo è quello che accade, è che si pensa nelle politiche della cultura slegate dal contesto. Nel rapporto noi evidenziamo come la cultura non solo rappresenti dei settori importanti dell’economia, complessivamente 104 miliardi all’anno generati, un milione e mezzo di addetti, ma tutti questi addetti non solo generano valori diretto ma generano anche valore che si riverbera nell’immagine che l’Italia ha nel mondo”.
Un altro momento importante del festival è stato la realizzazione di un grande dipinto murale da parte dello street artist Luca Font, tornato a Bergamo, sua città natale, per lavorare su una parete in via San Giorgio, una strada di grande transito che collega il centro cittadino. Con lui abbiamo parlato di quanto sia importante portare i linguaggi artistici anche in luoghi inconsueti. “Credo che sia fondamentale – ci ha detto l’artista – soprattutto nelle zone che vengono percepite come i due luoghi di passaggio che non vengono realmente vissuti, perché portando del colore dell’arte, qualsiasi cosa voglia dire, al loro interno si porta un po’ l’attenzione verso questi posti e chi ci passa soltanto ha l’opportunità e la voglia forse di scoprirli e di cominciare a viverli”.
Così come è possibile vivere in modo diverso anche la relazione con l’ambiente e la natura. Public Square ha infatti ospitato anche un workshop e una performance curata da Plants Play, che nel Parco Marenzi ha letteralmente fatto suonare le piante. “Il dispositivo – ci ha spiegato Edoardo Taori, fondatore di Plants Play – rileva le variazioni elettriche delle piante, possiamo chiamarlo il loro bioritmo, e lo converte in delle note musicali. Le piante fanno una musica chiamata in gergo tecnico generativa, ovvero un tipo di musica che non è determinata al 100% dall’intelletto umano, come la musica deterministica che ascoltiamo tutti i giorni, ma essendo generativa, quindi che si genera in ogni secondo in base a quello che le piante percepiscono dal sole, dall’acqua, dai nutrienti del terreno e dalla comunicazione con l’ambiente esterno, perché sappiamo che le piante hanno molti sensi e quindi anche noi le influenzeremo con il contatto e con le nostre sostanze chimiche, quindi la musica che ascoltiamo è una musica viva e unica ed irripetibile che varia in continuazione”.
La due giorni è stata quindi un’occasione di confronto e dialogo attivo, che si è conclusa aprendo al pubblico gli stessi spazi di Square Studio.