Roma, 2 ott. (askanews) – “Non c’è bisogno di avere più truppe, ci sono oltre 10mila uomini e il numero del contingente è adeguato. Ciò che manca è la volontà di prendere passi decisivi e coraggiosi per riuscire a implementare la risoluzione già in vigore. E questo significa meno violazione dello spazio aereo, un aumento delle forze armati libanesi e ciò significa sostenerle sia a livello finanziario che di training. Il tutto per una maggiore stabilità del sud del paese”. Lo afferma ad askanews Andrea Tenenti, portavoce della missione Unifil in Libano.
“La situazione qui in Libano – dice Tenenti – rimane molto preoccupante e drammatica dal punto di vista dei bombardamenti quotidiani che non avvengono più solamente nel sud – come oramai da 12 mesi – ma anche a Beirut. E sono bombardamenti pesanti, come quelli di questa notte; vengono colpite abitazioni, il numero dei morti è di centinaia al giorno, più alto rispetto a quello di qualche settimana e mese fa”.
“Noi rimaniamo in posizione, nelle nostre basi – assicura il portavoce di Unifil – continuando a lavorare per cercare di abbassare queste tensioni che hanno raggiunto oramai un livello che avvicina molto alla preoccupazione per un conflitto regionale. I pattugliamenti sono sospesi, abbiamo solamente movimenti logistici, restiamo molto nelle basi”. Nessuna possibilità, dunque, che avvenga il ritiro del contingente? “I piani di contingenza ci sono e ci sono sempre stati – ribadisce Tenenti – ma se si verificasse una situazione dove non è più possibile mantenere la sicurezza, torneremo al Consiglio di Sicurezza che dovrà decidere”.
“Unifil ha già un mandato che ha fermato la guerra del 2006 – ribadisce Tenenti – se ci fosse una seria implementazione del mandato della missione sarebbe già una soluzione per fermare il conflitto”.