Milano, 1 ott. (askanews) – “Il percorso intrapreso pone finalmente al centro il territorio e ne vuole costruire un brand, non per una campagna promozionale che lascia il tempo che trova, ma per una strategia articolata, fondata sui dati con obiettivi chiari. Il Consorzio ha fatto una scelta chiara: da oggi non si parla più di vitigno: il protagonista sono l’Oltrepò e le sue Denominazioni che, a partire dal Metodo Classico, saranno oggetto di un’accurata revisione nei Disciplinari e nelle strategia di tutela e promozione, con lo scopo di riportare in primo piano filiera, qualità e trasparenza. Oggi è il giorno della rinascita: questo evento che abbiamo creato per dare finalmente visibilità alla qualità del nostro Pinot Nero è anche il punto di inizio per il superamento di un nome, di una varietà, e per iniziare a dare valore a vini, uve, vigne. Siamo fiduciosi che finalmente l’Oltrepò Pavese del vino troverà la sua strada”. Sono le parole che la presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Francesca Seralvo, ha pronunciato alla quarta edizione di “Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze”, organizzato dall’ente consortile all’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio (Pavia) e che si è chiuso con grande successo. Oltre 300 i partecipanti tra operatori selezionati e una numerosa presenza di stampa nazionale che hanno affollato i banchi d’assaggio con 32 aziende virtuose del territorio che hanno messo in degustazioni 121 etichette.
Un appuntamento patrocinato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Casteggio, che ha visto anche l’esordio del neo direttore del Consorzio, Riccardo Binda, il 38enne vogherese che a settembre ha lasciato il Consorzio di Bolgheri per tornare a casa. “Io ci ho sempre pensato ma è avvenuto adesso per un motivo, perché questo è il ‘kairòs’, il momento opportuno in cui l’Oltrepò davvero può trovare la sua svolta” ha affermato Binda, spiegando che “lo è perché i tre presupposti su cui il nuovo lavoro del Consorzio si basa, filiera, qualità e trasparenza, hanno proprio ora trovato maniera di sbocciare”. Ringraziando Terre d’Oltrepò che si è schierata con gli imbottigliatori, il nuovo direttore ha evidenziato che “il lavoro di tutte le cooperative deve andare di pari passo con tutto quello dei produttori di filiera, quelli di qualità, che ci sono sempre stati, ma che hanno bisogno del tessuto produttivo e del territorio per emergere tutti insieme”. “La trasparenza è invece quella che ci deve consentire di scrollarci di dosso le ombre e la ‘sporcizia’ di un passato che non ha fatto onore a questo territorio” ha proseguito, sottolineando che “anche su questo noi non avremo nessun margine di cedimento, non faremo alcun passo indietro”, e che “ci stiamo confrontando già adesso in maniera molto serena con la Repressione Frodi, che noi vogliamo sul territorio perché il loro è un apporto fondamentale per noi: il loro, quello di Valoritalia, delle istituzioni e degli organismi di controllo che devono essere garanti del lavoro di qualità di tutti i produttori, che non deve più essere rovinato dal mal operato di pochissimi”.
All’Antica Tenuta Pegazzera è intervenuto anche l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, che precisato che Regione Lombardia “vuole assecondare la scelta che il nuovo corso del Consorzio ha intrapreso, perché riteniamo che sia la più etica, la più giusta e la più prospettica”. “Tutto il nostro sforzo politico, amministrativo e decisionale verrà ad affiancare queste scelte – ha aggiunto – avete toccato argomenti forti come la repressione delle frodi, la strategia dal punto di vista della gestione del territorio e di questo potenziale vitivinicolo enorme: bisogna identificare un’architettura consona che metta a sistema i nuovi indirizzi e li conduca a incontrare il giusto mercato”. “Questo territorio ha bisogno di recuperare reputazione e dobbiamo tutti investire per fare capire al mondo che Oltrepò Pavese è un’eccellenza e, quando se ne parla, si parla di un prodotto che può puntare al vertice” ha proseguito Beduschi, ricordando che “rincorrere quantità, rincorrere produzioni massive e non caratterizzanti è un falso obiettivo che porta a ridursi al rango di contoterzisti ‘da poco’: un’immagine forte che vuol rendere l’idea dell’occasione che questo territorio non deve più perdere”.
Il Consorzio si pone ora l’obiettivo di capitalizzare questa attenzione e proseguire con una strategia di valorizzazione a lungo termine, che possa consolidare ulteriormente il posizionamento dell’Oltrepò Pavese come territorio di riferimento per il Pinot Nero di qualità.