Firenze, 1 ott. (askanews) – Sono 2.302 le persone prese in carico nel 2023 grazie al Codice Rosa, un’esperienza pilota tenuta a battesimo in Toscana nel 2009 a Grosseto, poi successivamente estesa a tutta la regione e che dal 2012 ha offerto protezione a 30.119 persone, tra adulti e minori. I dati sono stati presentati a Sant’Apollonia a Firenze in occasione della consueta convention regionale.
“Questa rete costituisce un’assoluta eccellenza riconosciuta come modello a livello nazionale, sottolinea il presidente della Toscana Eugenio Giani intervenuto all’evento e che poi ha ringraziato Vittoria Doretti, responsabile del programma, “per l’impegno profuso in tutti questi anni nel far crescere l’esperienza e formare, attivare e sensibilizzare i professionisti del sistema sanitario regionale”. Del Codice rosa toscano si è interessato del.resto anche il Parlamento italiano e l’obiettivo per i prossimi anni sarà quello di migliorare ulteriormente la presa in carico delle vittime nelle settantadue ore immediatamente successive agli episodi di violenza: i primi giorni sono infatti i più delicati.
Di alleanza tra donne e dell’importanza di costruire una cultura del rispetto per contrastare la violenza parla la capo di gabinetto del presidente Giani Cristina Manetti, ideatrice della Toscana delle donne, evento giunto quest’anno alla terza edizione.
Negli ultimi anni la rete del Codice rosa ha dedicato una specifica attenzione a chi è stato oggetto di un crimine d’odio: per il colore magari della pelle, il credo religioso o qualsiasi altro stereotipo o pregiudizio. L’obiettivo è una presa in carico totale, prima e dopo l’ospedale.
“Si tratta di un progetto concreto, ancorato ai valori della nostra Costituzione” interviene l’assessore al diritto alla salute della Toscana, Simone Bezzini all’apertura della mattinata. “La rete regionale Codice Rosa tiene insieme l’assistenza sanitaria pubblica con i diritti”, spiega.
Delle 2302 persone accolte nel 2023 dalla rete del Codice rosa, 1902 sono adulti e tra questi l’81,5 per cento donne (1551). Per tre quarti hanno tra 18 e 49 anni e non c’è una classe di etàche predomina. I minori presi in carico sono quattrocento: più della metà (il 58,8 per cento) hanno tra dodici e diciassette anni e i più numerosi (32,3 per cento) sono quelli tra quindici e diciassette.
Nel 2022 erano stati 2138 gli accessi, di cui 358 i minori, e 1918 (con 272 minori) nel 2021. Il picco maggiore si è toccato nel 2016 con 3426 casi: 3268 nel 2014, 3142 nel 2017, 2998 nel 2013, 2799 nel 2018.