Roma, 30 set. (askanews) – Antonino Monteleone, 39 anni, condurrà tutti i giovedì su Rai2 in prima serata (alle 21.20) “L’altra Italia”, nuovo programma di informazione giornalistica che vuole raccontare “l’Italia che non si vede spesso”, con la partecipazione anche di opinionisti estranei a quella “platea estremamente ristretta di circa cinquanta-sessanta persone” onnipresente in altre trasmissioni. “La sfida che ho chiesto ai miei autori”, ha spiegato lo stesso Monteleone nella conferenza stampa di presentazione del programma (al via giovedì 3 ottobre) “è quella di fare uno sforzo in più nell’allargamento di questa platea”.
Nella prima puntata si partirà così “con un servizio di Luca Rosini sui giovani che vivono nelle aree tra San Luca e Careri, in provincia di Reggio Calabria, tra le più depresse dell’intera Unione Europea. San Luca è un comune dove non si vota, dove la mancata partecipazione popolare ha creato uno stallo amministrativo senza precedenti ed è senza sindaco, e questa per me è l’altra Italia”. Sarà poi trattato in modo approfondito l’anniversario del 7 ottobre. A un anno dal “più grande massacro di ebrei avvenuto al mondo dopo la fine della seconda guerra mondiale”, ha spiegato Monteleone, “noi dedicheremo una parte molto lunga della trasmissione a capire cosa un gesto del genere ha provocato, senza scadere nell’inversione del rapporto causa-effetto. Oggi c’è una guerra devastante, che ha lasciato sul terreno decine di migliaia di morti innocenti, ma queste morti innocenti vengono strumentalizzate per far dissolvere cosa ha provocato questa guerra”.
“Nello stesso tempo – ha detto ancora Monteleone – c’è una guerra che si combatte al fronte orientale, nel cuore dell’Europa, e c’è una opinione pubblica in cui l’idea che non bisogna consentire all’Ucraina di difendersi non è più un’idea minoritaria, è un’idea maggioritaria nel Paese, in varie forme. C’è una parte di opinione pubblica che ha un sincero timore di escalation militare che porti a un logoramento del conflitto e chi lo sa anche alla terza guerra mondiale, e c’è una parte di opinione pubblica che banalmente coltiva, e adesso può sfogare, un sentimento antioccidentale che fa veramente paura. C’è questa idea per cui l’Occidente non è il miglior sistema possibile, la democrazia non è il miglior sistema possibile, io dico facciamo molta attenzione. So che questo è un terreno molto scivoloso, ma vorrei che il nostro programma avesse molto chiaro il messaggio che intende dare, e il messaggio è: parliamo di ciò che non funziona, ma non dimentichiamoci che 75 anni di pace non sono frutto di una casualità. Sono il frutto di qualcosa per cui i nostri nonni hanno perso la vita, perché c’era qualcosa per cui valeva la pena combattere e perdere la vita, noi questo lo dobbiamo difendere, non buttare al mare in attesa che arrivi il leader forte dalla Federazione russa o dal lontano Oriente. Questo per dirvi il nostro sguardo”.
“Ovviamente – ha precisato Monteleone – questo lo facciamo con lo spirito dell’inchiesta: significa utilizzare fonti autonome degli inviati sul campo che affiancano le fonti ufficiali per esplorare qualunque argomento, lo faremo nei temi che riguardano la politica internazionale, lo faremo sui temi che riguardano la politica, lo faremo sui temi che riguardano la giustizia. La cifra di questa trasmissione sarà quella di trattare con piglio decisamente critico tutti i poteri e chi esercita il potere, siano essi a carattere politico, legislativo ed esecutivo, ma anche i depositari del potere giudiziario, che non possono, per il solo fatto di appartenere a un ordine che amministra la giustizia, ricevere un trattamento – come generalmente gli riserva la stampa italiana – completamente diverso da chi è depositario di un altro tipo di funzioni. I poteri sono tre, per capire come vengono esercitati e la qualità dell’esercizio di questi poteri serve un giornalismo che nei confronti di tutti questi poteri abbia il giusto piglio critico, senza fare sconti a nessuno”.