Roma, 30 set. (askanews) – Verona si conferma saldamente al primo posto nella classifica nazionale dell’export agroalimentare, davanti a Cuneo e Milano. Nel primo semestre del 2024 la città scaligera svetta con 2,2 miliardi di valore esportato, anche se la crescita (+4,9%) è leggermente inferiore al dato nazionale (+7,1%). In Veneto, Treviso mantiene l’undicesima piazza, mentre Vicenza sale al quattordicesimo posto e Venezia retrocede alla ventesima.
Sono questi i dati più rilevanti del Report “Economia, agricoltura e agroalimentare” di Confagricoltura Verona, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Studi CGIA di Mestre, presentato oggi alla Camera di Commercio, che confermano come Verona continui a mantenere un ruolo di leader nel comparto nonostante un andamento climatico non favorevole, con eventi estremi che hanno inciso su alcune produzioni.
Nell’export a recitare la parte da leone non sono solo i prodotti alimentari, ma anche le bevande, il cui valore negli ultimi sedici anni è raddoppiato. Si parla soprattutto di vino, pezzo forte del Veneto, che, con oltre 2,8 miliardi di euro, rappresenta più di un terzo (36%) dell’export di vino italiano nel mondo. Una quota che sale al 53%, considerando il Nordest. Dopo la crescita del 2022, l’andamento dell’export di vino in Veneto nel 2023 è stato stabile (-0,2%), mentre per i primi due competitor si verifica un certo calo: -5,6% per il Piemonte e -4% per la Toscana.
Verona si conferma la provincia leader in Veneto per l’agricoltura, con 1 miliardo di euro di valore aggiunto pari al 30% del totale regionale. Le stime per l’agricoltura veronese indicano il segno più nel 2023 (+1,9%), in controtendenza con il risultato negativo veneto e nazionale, e una decisa accelerata nel 2024, con previsioni di crescita robusta che dovranno tuttavia trovare conferma in un contesto climatico sempre incerto. In seconda posizione per valore aggiunto si conferma Treviso, con 829 milioni, seguita da Padova (464 milioni), Vicenza (388), Venezia (383), Rovigo (242) e Belluno (96).