Roma, 30 set. (askanews) – Il mondo della pallacanestro piange la scomparsa di Dikembe Mutombo, leggenda sul parquet con le maglie di Denver Nuggets, Atlanta Hawks e Houston Rockets. Aveva soltanto 58 anni e gli era stato diagnosticato un tumore al cervello da tempo. Il commissioner Adam Silver: “Il suo spirito indomito resta eterno”. Più delle grandi gesta cestistiche, delle quasi 1.200 partite giocate in regular season o delle 21 serie (con 101 gare) di playoff a cui prese parte in NBA, di Mutombo si ricorda soprattutto l’immensa umanità, la voglia di garantire un futuro migliore per il prossimo e non solo nel suo paese natale, lo Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo). Nel 1997, in piena carriera agonistica – allora era un giocatore degli Atlanta Hawks – diede vita alla Dikembe Mutombo Foundation, un’organizzazione avente lo scopo di migliorare le condizioni di vita nel suo paese d’origine. In 10 anni, tale fondazione arrivò perfino a inaugurare un ospedale da 300 posti letto nella periferia di Kinshasa, intitolato Biamba Marie Mutombo Hospital e alla memoria della madre di Dikembe, morta di ictus proprio nel 1997. In seguito, le iniziative benefiche e di promozione sociale delle fasce più svantaggiate di diversi paesi furono tantissime. Così tante, da garantirgli due volte (nel 2001 e 2009) il J. Walter Kennedy Citizenship Award, riconoscimento consegnato all’allenatore o al giocatore NBA che più si è impegnato nel sociale durante un’annata sportiva