Genova, 28 set. (askanews) – Sabato 28 e domenica 29 settembre in 35 città italiane si rinnova l’appuntamento con la Fitwalking for Ail, la camminata solidale non competitiva organizzata dall’Associazione italiana contro le Leucemie, i linfomi e il mieloma per raccogliere fondi per sostenere la ricerca e l’assistenza dei pazienti con tumori del sangue, e dei loro famigliari. Nella suggestiva cornice dei Parchi di Nervi di Genova, quest’anno Capitale europea dello Sport, sabato è stato allestito il Villaggio nazionale dell’evento, che vede il patrocinio, tra gli altri, del Ministero della Salute, del Coni, del Centro Sportivo Italiano, dell’Associazione Italiana Cultura e Sport e della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Un’occasione per raccontare i traguardi raggiunti e le nuove prospettive nella cura dei tumori del sangue e per informare i pazienti sulla possibilità di condurre una vita attiva, incoraggiandoli alla pratica dello sport.
“Un’iniziativa – spiega Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail – che è all’ottavo anno e che si svolge all’aria aperta. In maniera molto sportiva e molto allegra trasmettiamo al Paese quali sono i risultati che si sono ottenuti sul fronte della terapia nei confronti della leucemia. Sono risultati che lasciano sperare e che sono frutto non solo della qualità e della passione dei nostri ricercatori ma anche del sostegno che la società civile riesce a dare. Ma oggi promuoviamo anche un altra cosa: l’attività sportiva e lo sport. Vogliamo dire a tutti l’importanza non solo per i sani ma anche per i malati dell’attività sportiva, che non costa nulla ma è solo un progetto di vita che aiuta non solo a star meglio perché l’attività sportiva stimola il sistema immunitario ma abbiamo oggi evidenze molto serie frutto di lavori scientifici molto importanti e molto numerosi sul fatto che sostiene in maniera molto positiva le terapie e quindi il miglioramento delle cure”.
Secondo i medici, infatti, l’attività sportiva dovrebbe essere inserita a tutti gli effetti nei percorsi di cura per le persone che stanno lottando contro la leucemia. “L’esercizio fisico – sottolinea Maria Cristina Cox, ematologa del Policlinico Tor Vergata di Roma e docente di esercizio fisico adattato per la prevenzione delle malattie oncologiche dell’Università San Raffaele di Roma – deve entrare a far parte dei percorsi di cura dei pazienti oncologici e dei pazienti ematologici. Quindi Ail da una parte fa questo importantissimo progetto unico nel suo genere in Italia, ‘Emato Welness’, e dall’altra si adopera e si adopererà sempre di più per divulgare questo”.
Il Fitwalking, in particolare, è un’attività fisica che possono praticare anche pazienti affetti da leucemia perché non richiede grossi sforzi ma dà grandi benefici. “Il Fitwalking è importante – conclude Gabriella Biffa, direttore U.O. Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’Ospedale San Martino di Genova – perché in qualche modo lo possiamo descrivere come l’arte del camminare. Quindi camminare, camminare bene, camminare secondo le proprie possibilità e le proprio risorse di quel momento. Quindi significa che anche nelle diverse fasi della malattia la persona potrà avere più energie e fare percorsi più lunghi e più articolati, in altri momenti semplicemente un’attività motoria che permette di mantenere una buona base muscolare”.