Milano, 27 set. (askanews) – Che siano di ceramica, vetro o carta poco importa. Quel che è certo è che ogni giorno se ne bevono 3,1 miliardi in tutto il mondo. Parliamo delle tazzine di caffè, una bevanda che per consumo è seconda solo all’acqua. Nel mondo sono diverse le abitudini e le tradizioni per gustarla ma in tutti i casi è vissuto come un rito, un momento di condivisione. È il profumo del mattino, la conclusione di un pasto, il momento di pausa, il dopo cena. Nella Giornata internazionale del caffè, che si festeggia ogni anno il primo ottobre, il Consorzio promozione caffè celebra l’iconica bevanda simbolo del made in Italy sottolineando il suo carattere globale e la sua capacità di esprimere lo spirito di ogni luogo, conservando allo stesso tempo la sua essenza.
Nel suo lungo viaggio fino alla tazzina, il caffè racchiude le influenze di numerosi Paesi: il caffè verde, infatti, dalle piantagioni del Brasile, della Colombia e dell’Etiopia, tra i principali produttori della varietà Arabica, e da quelle dell’Africa Occidentale, dell’Indonesia e dell’India, dedicate invece alla coltivazione di Robusta, è trasportato per migliaia di chilometri fino in Nord America e in Europa, dove sono situati i principali paesi consumatori, per trasformarsi grazie al processo di tostatura che conferisce al chicco il proprio aroma inconfondibile. Ed è proprio questo uno dei tratti distintivi del caffè italiano, un’arte che i maestri torrefattori italiani si tramandano di generazione in generazione. L’eccellenza nella torrefazione made in Italy ci vede protagonisti a livello globale, con il Belpaese secondo esportatore al mondo di caffè torrefatto (2,25 miliardi di euro nel 2023 in crescita del 6,8%).
Lungo lo Stivale, è possibile gustarlo in infinite preparazioni: dalla moka all’espresso napoletano, passando per il “nero” triestino e per quello valdostano, perfetto da bere in compagnia grazie alla tipica “grolla”. O ancora le varianti corrette al rum, come la moretta di Fano e il ponce di Livorno, per arrivare in Puglia con il caffè freddo leccese, con ghiaccio e latte di mandorla.
“Da eccellenza del made in Italy, il caffè è il simbolo che meglio racconta il senso dell’italianità: la nostra capacità di aprirci al mondo e di interpretarlo, senza dimenticare la nostra essenza e la nostra tradizione. In occasione della Giornata internazionale del caffè non possiamo che celebrare la vocazione globale di questa bevanda – commenta Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè – la sua capacità di adattarsi ai gusti più diversi, che interpretano le tradizioni dei luoghi, e agli abbinamenti più particolari, restando sempre protagonista di un momento di convivialità e condivisione. Il caffè è forse la bevanda che meglio interpreta nel mondo le nostre diversità, valorizzandole e unendole in un rito che ci fa sentire più vicini”.
Grazie a una tradizione lunga oltre 400 anni, gli italiani sono il popolo che maggiormente ha contribuito a rendere il caffè un rito internazionale. La diffusione delle macchine da espresso da bar a partire dal Secondo Dopoguerra, per esempio, ha contribuito alla nascita di innumerevoli tradizioni locali, in cui gli aromi e il gusto del caffè si sono uniti ai sapori e ai costumi tipici del luogo. Ne è una testimonianza, per esempio, il caffè cubano, detto anche Cafecito, dove si aggiunge un cucchiaino di zucchero di canna direttamente nel portafiltro insieme alla miscela, per conferire alla bevanda un gusto decisamente più dolce. A base di espresso sono anche il caffè bombon, una rivisitazione a base di latte condensato tipica della città di Valencia, o il galão portoghese, che ricorda sia il gusto sia l’aspetto visivo del “nostro” latte macchiato.
La versatilità del caffè si conferma anche nella sua capacità di adattarsi alle tradizioni gastronomiche di ogni Paese, dando vita ad abbinamenti inusuali. Se in Italia può essere macchiato con il latte o bevande vegetali, abbinato sia a pietanze dolci che salate, come a frutta fresca, secca e yogurt, in Finlandia è spesso accostato al leipäjuusto, un formaggio lappone cotto a fiamma che si scioglie lentamente con il calore della bevanda, mentre il messicano caffè de olla, preparato in una pentola di terracotta, è arricchito con una speciale miscela di chiodi di garofano, anice, cannella e uno zucchero lavorato noto come piloncillo. Gli accostamenti curiosi sono anche in Estremo Oriente, come in Vietnam, dove si può gustare l’Egg Coffee, con l’aggiunta di tuorlo d’uovo frullato, o a Singapore, con il tradizionale Kopi Gu You servito con una noce di burro appoggiata direttamente sul cucchiaino.