Roma, 26 set. (askanews) – Dopo il taglio dei tassi di interesse operato lo scorso 12 settembre, la Banca centrale europea ribadisce che “non intende vincolarsi a un particolare percorso” sulle riduzioni. “Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”, recita il Bollettino economico dell’istituzione.
Le decisioni sui tassi “saranno basate sulla sua valutazione circa le prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”.
Il tutto puntando a far tornare l’inflazione dell’area euro al livello obiettivo del 2%. Secondo Francoforte “l’inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni dal lato del costo del lavoro si stanno allentando – si legge – e i profitti stanno parzialmente attenuando l’impatto dell’aumento delle retribuzioni sull’inflazione. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l’attività economica si conferma modesta”.
E all’ultima riunione, “sulla base di una valutazione aggiornata” il Consiglio “ha ritenuto opportuno compiere un ulteriore passo al fine di moderare il grado di restrizione della politica monetaria”.
Il 12 settembre il tasso che ancora oggi viene guardato come maggiore riferimento per i mercati, il tasso sui depositi è stato ridotto di 25 punti base al 3,50%. Dato il concomitare dell’entrata in vigore di un nuovo quadro operativo per gli altri tassi di riferimento, il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento è stato aggiustato al ribasso di 60 punti base per portarlo al 3,65%, in modo da ridurre il divario rispetto al tasso sui depositi a 15 punti base (dai precedenti 50), come precedentemente previsto. Misura analoga ha riguardato il tasso sulle operazioni marginali che è stato portato al 3,90%.
La Bce avrà altre due riunioni monetarie prima della fine dell’anno, il 17 ottobre e il 12 dicembre. Ad oggi le attese prevalenti sono per un nuovo taglio dei tassi a dicembre mentre su ottobre permane l’incertezza, ma eventuali continui peggioramenti del quadro economico potrebbero favorire una riduzione anche in quella occasione.