Milano, 26 set. (askanews) – Il 29 e 30 settembre a Firenze si tengono gli Stati generali dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), associazione no profit con oltre 5.000 iscritti che operano in oltre 700 strutture del Servizio sanitario nazionale. Un appuntamento importante, che quest’anno ha per tema “La sfida della cardiologia – Migliorare la qualità delle cure tra i numeri e l’appropriatezza”, di cui ha parlato ad askanews il presidente Fabrizio Oliva.
“Ci sono alcuni punti che affronteremo nel corso di questi Stati generali che consideriamo estremamente rilevanti” spiega il professore, aggiungendo che “il primo punto è quello di continuare a migliorare l’outcome del paziente con cardiopatia acuta: abbiamo raggiunto degli ottimi livelli, siamo riusciti anche con uno studio proprio di Anmco recente di quest’anno, a registrare una riduzione ulteriore della mortalità per quanto riguarda l’infarto miocardico acuto. Ci sono però delle altre patologie cardiologiche acute, lo shock cardiogeno e l’embolia polmonare – precisa Oliva – che sono in qualche modo ‘orfane’ e in cui sicuramente ci sono dei margini di miglioramento e cercheremo quindi di capire come possiamo migliorare la gestione di queste patologie acute e parleremo anche della rete della acuzie cardiologica, di come migliorarla e di come riuscire a migliorare le nostre terapie intensive cardiologiche”.
Tra i diversi temi all’ordine del giorno a Firenze, anche l’attività di innovazione e sviluppo portata avanti dall’Associazione attraverso il suo Centro studi.
“Parleremo anche di ricerca – evidenzia il presidente – che è una caratteristica molto importante di Anmco, come deve cambiare nel corso dei prossimi anni la ricerca cardiologica perché necessita anche questa di una nuova organizzazione, di una nuova modalità e lo faremo con degli esperti del settore”.
Centrale anche la riflessione sull’azione di presa in carico del paziente fra lo sviluppo di terapie farmacologiche innovative e nuove tecnologie, così come l’attenzione all’ottimizzazione delle spese attraverso una corretta analisi predittiva dei bisogni, nel rispetto delle prerogative di una sanità moderna, sostenibile ed efficace. “Stiamo ricevendo in questi anni ma soprattutto nel corso degli ultimi anni, delle indicazioni da parte dei decisori sulla riduzione per esempio delle liste d’attesa e questo ovviamente comporta di muoversi tra l’appropriatezza e la qualità delle cure” prosegue Oliva, precisando che “se dobbiamo ridurre dei tempi, per esempio per quanto riguarda le visite, dobbiamo però salvaguardare la qualità delle cure”.
“Un altro aspetto fondamentale ovviamente è quello dell’equilibrio tra il contenimento dei costi e l’innovazione” continua il professore, ricordando che “la cardiologia delle nuove ed importantissime terapie è in grado di migliorare la prognosi, queste terapie ovviamente sono spesso costose e quindi dobbiamo trovare un equilibrio tra queste queste nuove procedure, queste nuove terapie farmacologiche e il contenimento dei costi che il cardiologo moderno deve assolutamente considerare”. “Un ultimo punto ma non l’ultimo direi, perché è una tematica di grande attualità, è quello che noi riteniamo il cardiologo debba essere protagonista anche della cura della cronicità” rimarca il presidente, spiegando che “come spesso dico è sul territorio, anche se noi siamo ovviamente i cardiologi dell’acuto, è sul territorio che si gioca la partita, perché è lì che la cronicità, con tutte le sue sfaccettature, ci dà problemi nella continuità assistenziale dei pazienti cardiovascolari e quindi dobbiamo capire come il cardiologo deve, insieme agli altri attori, affrontare questa tematica in maniera fattiva per migliorare la prognosi dei nostri pazienti cardiovascolari”.
Agli Stati generali di Anmco non partecipano esclusivamente cardiologi ospedalieri e i massimi esperti italiani di questa disciplina ma una platea ben più ampia.
“Abbiamo voluto avere con noi le Istituzioni, abbiamo voluto avere con noi decisori, abbiamo voluto avere con noi professionisti di altre specialità ed anche le ‘company’ perché questo è un lavoro di squadra, è un lavoro in team quello di riuscire a migliorare la salute dei nostri pazienti e soprattutto, come dicevo, la qualità e la sopravvivenza dei nostri pazienti” chiarisce Oliva, sottolineando che “quindi bisogna che si lavori tutti insieme, la sola cardiologia ovviamente non può impattare mentre invece riuscire ad avere un dialogo fattivo con le istituzioni e con tutti gli altri attori coinvolti credo che sia un aspetto estremamente importante”.