L’evento si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo di Tommaso Fioravanti il pescatore, originario di Martinsicuro, morto ieri notte mentre stava partecipando a una battuta di pesca a bordo di una lampara a 30 miglia al largo della costa di San Benedetto del Tronto. L’uomo, qualche mese fa, aveva partecipato alle riprese del docu-film. “L’intervista in mare” è un’opera che, in 71 minuti, unisce le riprese di un lungo lavoro di ricerca sociologica sui pescherecci italiani con quelle sceneggiate in uno spazio teatrale dove un pescatore, intervistato durante una battuta di pesca, racconta le proprie vicende. Commosso l’intervento di Ludovico Ferro, sociologo e regista del documentario: “Questo progetto è frutto di un lavoro di ricerca durato tre anni, con il quale volevamo comunicare le difficoltà del mondo della pesca ma anche le possibilità di una rigenerazione del comparto. Il tragico episodio che ha coinvolto Tommaso, che aveva partecipato a questo progetto, devono portare a una presa di coscienza collettiva sul valore di questa professione, sia in termini di ricchezza per il Paese che di varietà culturale, che deve essere sostenuto e valorizzato”.
Presente alla proiezione Alberto Pulizzi, Dirigente Generale del Dipartimento Pesca Mediterranea della Regione Sicilia, che ha ricordato come in questa settimana siano stati molti gli eventi che hanno approfondito la situazione del comparto, volontà precisa di mettere il settore al centro di azioni di sostegno e sviluppo.
La mattinata è proseguita con una tavola rotonda su criticità e sviluppi della pesca nel mediterraneo, che ha visto un confronto tra Tony Scilla, Dirigente Generale Agripesca, Nino Accetta Presidente Regionale Fedagripesca Sicilia e Giusy Donato armatore della Feluca Padron Marco e Presidente della coooperativa I. Mancuso, moderati dal Segretario Generale Fai-Cisl Sicilia Adolfo Scotti.
Sono 12.103 i pescherecci censiti in Italia, secondo un report realizzato dallo stesso Ludovico Ferro nel 2022. L’Italia è seconda solo alla Grecia, con 14.690 pescherecci. La regione Sicilia conta circa 1.500 pescherecci, ed è la seconda regione d’Italia dopo la Sardegna con 2.180, al terzo posto la Puglia con 1.476. Per quanto riguarda i lavoratori imbarcati, l’Italia impiega circa 20mila persone, seconda solo alla Spagna con 27mila. In questo caso è la Sicilia ad avere il primato nazionale con circa 6.500 imbarcati tra piccola pesca e navi maggiori, contro i 3.850 della Puglia e i 2.583 della Sardegna (dati del 2022).
Ha concluso l’evento inserito nella settimana del G7 siciliano il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota ribadendo l’urgenza di adottare misure strutturali per garantire tutele e sicurezza agli imbarcati. “Ci fanno piacere le parole del Sottosegretario La Pietra: la pesca rimane una delle professioni più pericolose al mondo, come ha dimostrato l’ennesima tragedia che si è consumata ieri a San Benedetto del Tronto. Al Governo chiediamo l’impegno perché siano urgentemente applicate, anche in questo comparto, le norme sulla sicurezza previste dal Testo Unico 81/2008. Come organizzazioni sindacali – ha proseguito Rota – abbiamo più volte sottolineato ed evidenziato questa necessità, ora serve un impegno chiaro da parte delle imprese e delle istituzioni. Bisogna inoltre far riconoscere come malattie professionali molte delle patologie di cui soffrono i pescatori e la pesca come attività gravosa e usurante. Così come è necessario consolidare un sistema di sostegno al reddito per armatori e pescatori, così da garantire un’equa redistribuzione del valore nel settore”.