Roma, 25 set. (askanews) – É stata presentata in Senato “Stop Smartphone e Social sotto i 14 e 16 anni”, una petizione lanciata da
Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, e dall’autorevole pedagogista piacentino Daniele Novara, che ha raccolto quasi 50.000 firme, tra cui quelle di noti psichiatri, psicologi e personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Paola Cortellesi. A chi dice che bisogna educare alla tecnologia, Novara risponde:
“L’obiettivo è lo stesso, è di aiutare gli adulti, ossia gli insegnanti, i genitori e quant’altro, a educare le nuove generazioni a utilizzare bene le nuove tecnologie, specialmente questa dello smartphone, che ci è capitata addosso come un meteorite”, dice ad askanews.
La conferenza stampa è stata promossa dalla senatrice del Pd Simona Malpezzi e dalla collega di Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni, ed è stata l’occasione per rilanciare la proposta di legge “senza colore politico”, di cui sono entrambe firmatarie, per un uso consapevole degli strumenti tecnologici da parte dei minori. Malpezzi:
“Oggi noi abbiamo chiaramente un problema emergenziale, io di norma sono una che prima di mettere un divieto vorrebbe un percorso di natura pedagogica, ma di fronte a un’emergenza c’è bisogno di qualcosa in più”, afferma ad askanews.
La proposta è stata depositata alla Camera dall’onorevole Marianna Madia:
“Noi proponiamo, come cosa più importante, di verificare l’età di chi sta sui social e di chi naviga su internet. É possibile farlo, è possibile farlo per il mancato controllo le piattaforme e credo questo sia il passaggio più importante”, spiega ad askanews.
“Noi diciamo, nella proposta, che l’età minima deve essere 15 anni”, aggiunge.
Tra le persone intervenute nella Sala Nassirya la senatrice Elena Sironi e l’onorevole Filippo Scerra (M5S), entrambi M5S, e Andrea Cangini, direttore dell’Osservatorio Carta, Penna e Digitale e il senatore Carlo Calenda, che con Azione ha presentato un proprio disegno di legge sul tema.