New York, 25 set. (askanews) – Al termine del suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, nella notte italiana, Giorgia Meloni è salita sul volo di Stato per tornare a Roma, in ‘anticipo’, rispetto al piano originario che prevedeva di trattenersi fino al 25. Dunque oggi (mercoledì) non sarà – come anche lo scorso anno – alla tradizionale cena di gala offerta da Joe e Jill Biden al Metropolitan Museum né al vertice convocato dal presidente Usa per ribadire il sostegno all’Ucraina, presente il presidente Volodymyr Zelensky. Al summit (che dovrebbe essere in un formato G7 allargato) la premier interverrà in collegamento da Roma, ma la scelta non ha mancato di sollevare dubbi in Italia su un possibile cambio di linea del governo su Kiev.
“Non” è una scelta politica, ha assicurato rispondendo ai giornalisti. “Poi – ha aggiunto – capisco che si cerchi di sostenere tesi anche contro l’evidenza. L’incontro era previsto per oggi e abbiamo tarato il nostro programma a New York anche sulla base di quell’incontro. E’ stato spostato su richiesta degli Usa a domani, parteciperemo lo stesso e penso che al di là del tentativo di cercare di dimostrare cose indimostrabili la posizione italiana non cambia e non stia cambiando come dimostra anche l’incontro di stamani con Zelensky”. Nel colloquio Meloni ha ribadito il “convinto sostegno” dell’Italia “per tutto il tempo necessario”, ricevendo i ringraziamenti del presidente ucraino. La stessa cosa ha fatto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che l’ha sostituita nella seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu su Kiev. Per questo, secondo Meloni, non è “utile per la nazione che ha il pregio che tutti riconoscono al mondo della chiarezza e della sua determinazione nel sostenere l’Ucraina cercare di raccontare un’altra storia. Non lo dico per il governo ma per l’Italia, per una volta considerata una nazione seria, affidabile, che non cambia posizione quando cambia il vento. E’ qualcosa che ci riconoscono tutti e penso che sia un elemento di cui tutti dovremmo andare fieri”.
Il tema dell’Ucraina è strettamente intrecciato con la campagna elettorale americana, viste le posizioni sul tema del candidato repubblicano Donald Trump, ma anche di uno dei suoi più convinti sostenitori: quell’Elon Musk che Meloni ha scelto per farsi consegnare, ieri sera, il premio dell’Atlantic Council. La premier, rispondendo ai giornalisti, afferma di non aver avuto, in questi giorni, “contatti con Donald Trump o con potenziali membri della sua amministrazione” e nega ogni lettura “politica” del rapporto con Musk. Il numero uno di Tesla e X è “una personalità tra le più interessanti del nostro tempo”, è una scelta “che abbiamo fatto mesi fa” e “non c’entra niente con la campagna elettorale americana”. Dunque “il tentativo di schierare l’Italia nella campagna americana credo sia un tentativo italiano ma non mi pare sia particolarmente intelligente. Non sono una sostenitrice dell’ingerenza straniera nelle questioni interne delle nazioni sovrane, non sono tra quei leader che pensano di avere la facoltà di dire a un cittadino che vive in un’altra nazione cosa sia meglio per il futuro. Queste sono cose che piacciono alla sinistra, a me non sono mai piaciute”.
(di Alberto Ferrarese)