Roma, 24 set. (askanews) – Lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti. E’ quanto riporta l’annuale Rapporto dell’Inps che viene presentato oggi.
Il processo di invecchiamento, comune agli Stati membri dell’Unione europea, influenza negativamente la sostenibilità economica di quasi tutti i sistemi previdenziali, soprattutto , spuega il Rapporto, laddove l’incidenza della spesa pensionistica rispetto al prodotto interno lordo è elevata.
Nel 2021, l’ultimo anno in cui sono disponibili dati confrontabili, la spesa previdenziale italiana si è attestata al 16,3% del Pil, un livello inferiore solo a quello della Grecia, a fronte di una media europea del 12,9%.
La spesa pensionistica italiana è particolarmente elevata per due motivi principali. Innanzitutto, sottoliena il Rapporto, l’età effettiva di accesso alla pensione di vecchiaia è ancora relativamente bassa a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro, nonostante un’età legale a 67 anni, tra le più alte in Europa. Oltre a questo, le pensioni sono, in media, generose ed infatti il tasso di sostituzione della pensione rispetto all’ultima retribuzione percepita prima del pensionamento è tra i più elevati in UE, quasi 15 punti percentuali sopra la media europea.