Roma, 23 set. (askanews) – “Come avevamo denunciato alla Commissione europea la moratoria per le rinnovabili della Regione Sardegna ed evidenziato le gravi lacune del Decreto ministeriale Aree idonee al Governo, e in particolare al Mase”. Lo sottolinea in una nota Elettricità futura che chiede al governo di intervenire con un correttivo che fermi gli effetti della moratoria sarda rispetto al cosiddetto decreto Aree idonee.
“Oggi, ci troviamo al definitivo blocco dello sviluppo degli impianti per la produzione di energia rinnovabile in Sardegna, nonostante l’obiettivo di installare oltre 6 GW di nuova capacità al 2030 come previsto dal Dm Aree idonee. Come dimostrano le disposizioni appena pubblicate dalla regione Sardegna, le regioni possono usare la totale discrezionalità lasciata loro dal Dm Aree idonee sia per bloccare i progetti già avviati sia per limitare al massimo le aree”.
Infatti, il Dm Aree idonee, spiega Elettricità futura “non ha normato ‘il periodo transitorio’ e non ha nemmeno esplicitato che le aree idonee ex lege debbano continuare a essere considerate tali. Ha lasciato facoltà delle Regioni estendere fino a 7 Km di distanza da un bene tutelato il divieto di nuovi impianti. Se le Regioni applicassero appieno questa facoltà, il 96% del territorio italiano (stima Elemens) sarebbe non idoneo”.
“Come volevasi dimostrare – dichiara Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura – approfittando delle carenze del Dm Aree idonee, la regione Sardegna con la delibera della giunta della regione autonoma Sardegna del 19 settembre, ha legiferato sulle aree idonee con effetti retroattivi e con criteri che renderanno probabilmente non idoneo il 99% del territorio sardo e renderanno impossibile, di fatto, realizzare i progetti di revamping e repowering”.