Roma, 22 set. (askanews) – Sugli scaffali dei supermercati l’olio extravergine di oliva tornerà ad essere venduto ben al di sotto dei 10 euro al litro entro la fine dell’anno. E’ la previsione di Zefferino Monini, amministratore delegato e presidente dell’omonima azienda umbra, fatta in occasione della pubblicazione del terzo Bilancio di sostenibilità dell’impresa, curato da The European House – Ambrosetti. Secondo i calcoli di Monini i consumatori dovrebbero veder scendere i prezzi del 30-40%: “l’abbassamento dei prezzi dovrebbe far risalire i consumi in tutto il mondo, specialmente in quei Paesi in cui l’olio extravergine non è un’abitudine consolidata. Basti pensare che lo scorso anno in Cina si è registrato un crollo del 60%”, ha detto.
Secondo Monini, sulla base di dati COI (Consiglio Oleicolo Internazionale) “i consumi nel 2025 torneranno intorno quota 3 milioni di tonnellate, contro i 2,7 del 2024”. Una ripresa resa possibile dalla buona annata olearia, “con una produzione che si prevede intorno a 3,3-3,5 milioni di tonnellate, contro i 2,5 milioni di tonnellate della scorsa campagna e che dovrebbe riportare dal prossimo anno le scorte a un livello in linea con quello degli ultimi dieci anni, cancellando le ultime due campagne che sono state eccezionali in senso negativo a causa della scarsa produzione della Spagna”.
Non ci sono, invece, buone notizie sul fronte della produzione in Italia dove “a causa del clima torrido e siccitoso, sarà più contenuta di quella passata, ma questo non potrà avere ripercussioni sui prezzi dell’extravergine italiano, che dovrà per forza di cose riallinearsi per reggere la concorrenza degli stranieri. Ricordo – ha detto Monini – che in media il nostro Paese produce 300mila tonnellate di olio l’anno, quando il fabbisogno è di 900mila. È chiaro che servono investimenti per produrre più olio extravergine made in Italy e per garantire maggiore resilienza ai cambiamenti climatici”.