Roma, 22 set. (askanews) – E’ in ripresa la produzione di olio di oliva nel bacino del Mediterraneo, tranne che in Italia. Sono le prime stime sulla campagna olearia, che nel nostro Paese sarà di scarica, anche se con differenze significative tra Nord e Sud. Migliora però il quadro generale, grazie alla ripresa della Spagna e dei Paesi dell’area mediterranea.
Le prime indicazioni sull’andamento della campagna olearia 2024-25 elaborate da Assitol, l’Associazione Italiana dell’industria olearia aderente a Confindustria e Federalimentare, vedono un Mediterraneo in crescita e Italia a due velocità.
La crisi climatica, infatti, ha avuto un forte impatto nelle regioni del Sud Italia. “La siccità ha colpito soprattutto il Meridione – spiega Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol – che vanta i due terzi della nostra produzione olivicola”. Nella stessa Puglia, però, che detiene il 50% degli uliveti italiani, lo scenario varia a seconda delle aree. Nel Centro-nord, invece, sembra prospettarsi una buona campagna. Tuttavia, le primissime stime, a causa dello stress idrico subìto dalle piante e dagli episodi di meteo estremo, oltre all’annata di scarica, suggeriscono una produzione nazionale intorno alle 200mila tonnellate.
Ben diverso il quadro nell’area mediterranea. In particolare la Spagna, storico leader di mercato, dovrebbe raggiungere una produzione di oltre 1.300.000 tonnellate di olio, riconfermando la sua centralità a livello mondiale. Secondo le prime stime di mercato, cresceranno anche Turchia (250mila tonnellate) e Tunisia (320mila), e seppure su numeri inferiori, si prevede un andamento positivo anche per Grecia (230mila ton) e Portogallo (170mila ton).